Nella serata di ieri era chiamato a sostituire al meglio lo squalificato Balotelli, compito già di per sé non semplicissimo. Giampaolo Pazzini, si sa, è un giocatore molto diverso però rispetto all’attaccante bresciano ed ha bisogno di una squadra che lo supporti e da un gioco corale che lui è chiamato a finalizzare. Più uomo d’area e meno orientato alle giocate che possono risolvere la partita, la punta ex Inter ieri ha sofferto come tutta la squadra che da qualche partita sembra aver perso quella brillantezza che aveva fino ad un mese fa.
Proprio quel mese in cui, il Pazzo forse nel momento migliore della sua stagione, è stato costretto a saltare dopo l’infortunio subito a Genova per la brutta entrata da dietro di Portanova. Nel match contro il Napoli, di palle giocabili ne sono arrivate pochissime al numero undici rossonero. Tanto lavoro sporco, tanti falli fatti e subiti, un costante dannarsi in area di rigore per cercare l’episodio giusto. Con Britos è stata una vera e propria lotta rusticana d’altri tempi. Spintoni, sgomitate, qualche manata di troppo, ma tutto nei limiti della correttezza.
Eppure Pazzini ha il merito di essere entrato nell’azione che ha portato al gol di Flamini. Proprio da uno dei tantissimi corpo a corpo con Britos, infatti, nasce l’errore del difensore uruguayano che ha liberato il francese al tiro. Per il resto una lotta continua dal 1′ al 90′ contro i centrali napoletani in cui spesso è riuscito a farsi valere. Certo, è mancato l’acuto, il graffio del Pazzo, ma un attaccante come lui ha bisogno di suggerimenti, gioco corale e cross che arrivino a caterva in area. Niente di tutto ciò si è visto ieri sera, ma con la Juve sarà ancora il suo turno.