Dall’esordio contro il Bologna a settembre, passando per i mesi dell’ambientamento a Milanello, fino ad arrivare al gol in coppa Italia contro la Reggina. Il primo ciclo di Niang si è chiuso contro gli amaranto, poi è nato un giocatore nuovo: più maturo e parecchio generoso anche in fase difensiva. Il ruolo cucitogli addosso da Allegri, l’arrivo di Balotelli e la nascita dell’attacco a tre creste. Scarica elettrica sulla fascia destra, spina nel fianco per ogni difesa. Contenerlo in velocità è difficile per chiunque. Poi c’è l’intesa con i compagni di reparto, già ottima nonostante qualche leggera e momentanea arrabbiatura sulle punizioni che sono territorio quasi esclusivo di Balotelli.
Dall’errore del Camp Nou però c’è un Niang meno spregiudicato. Ecco il calo: leggero, ma che frena la sua prepotente ascesa. Prima mancava solo il gol, ora si registra qualche panchina di troppo dovuta proprio alla piccola, e pronosticabile, involuzione di un talento che ha attirato su di sè le mire di un club come il Real Madrid. La via della consacrazione passa anche per strade in salita e a 18 anni è concesso impiegarci più tempo arrivare al traguardo. Poi ci saranno pali e traverse da vendicare.
This post was last modified on 17 Aprile 2013 - 22:03