Napoli: Cavani super, difesa discontinua

Hamisk, MazzarriLa partita contro il Napoli, per il Milan, rappresenta l’esame di maturità. Gli uomini di Allegri sono chiamati a dimostrare di essere una squadra in grado di prendere parte alla prossima edizione della Champions League, battendo un avversario di valore e più avanti in classifica di quattro punti. Serve allora una grande prova. Mazzarri dispone i partenopei con un 3-4-1-2 incentrato sull’intensità e sull’aggressività, nonché mirato ad assicurare pochi punti di riferimento agli avversari, ma in sostanza equilibrato. Entrambi gli esterni sono incaricati di spingere con continuità: effettuano regolarmente sia la fase offensiva, sia quella di copertura, svolta con dedizione ma con risultati altalenanti. In mezzo al campo, per assicurare solidità e protezione al reparto arretrato, i mediani hanno il compito di rimanere piuttosto bloccati e di dedicarsi in prevalenza all’interdizione. Diverso è invece il discorso inerente il trequartista, Marek Hamsik, pedina fondamentale dello scacchiere: lo slovacco ha l’incarico di fungere da collante tra centrocampo e attacco, alternando inserimenti atti a creare superiorità numerica nello stretto e occasioni da gol a ripiegamenti indirizzati ad assicurare densità in mediana. Mazzarri sa preparare le partite con attenzione: per lo meno nelle prime battute, la sua squadra eviterà di alzarsi, ma tenderà ad attaccarci tramite rapide ripartenze. Il Milan non deve cadere nella trappola, ha l’obbligo di rimanere corto. Ed è chiamato a sfoggiare il modulo della rinascita, quel 4-3-3 di movimento con interni abili nella rottura del gioco ed esterni d’attacco disposti a tornare a più non posso, per limitare il raggio d’azione degli effettivi di fascia avversari. Soprtattutto quando Hamsik partirà laterale, facendo allargare il partner di Cavani sull’altro emisfero.

Punti di forza: Cavani e Hamsik. El Matador è un centravanti capace di costituire la spina nel fianco di qualsiasi difesa. Possiede un bagaglio tecnico di assoluto valore, annovera nel proprio repertorio la mobilità e la propensione verso il sacrificio e il gioco di sponda. E ha un fiuto del gol eccezionale. Sa smarcarsi come pochi, può segnare in ogni situazione: di rapina, di testa, con un gesto atletico, con una conclusione da fuori area o su calcio piazzato. E’ tra le punte più forti in circolazione. Non è un caso che si trovi al primo posto nella classifica cannonieri della Serie A. I nostri difensori, per non sbandare, devono scendere in campo con massima concentrazione e cognizione di causa. Un errore qualsiasi, con Cavani dirimpettaio, può essere decisivo per l’esito dell’incontro. L’altro elemento cardine del Napoli è appunto Marek Hamsik. Annovera nel proprio repertorio buone doti balistiche, tanto da potere essere definito ambidestro ed essere incline alla giocata ad effetto e al tiro da fuori area, ed è propenso a effettuare con efficacia incursioni nell’area avversaria. L’elemento in questione manifesta rapidità e cambio di passo, è difficile che si stabilizzi in una zona specifica del campo, mentre è più facile che possa svariare su tutta la trequarti. E talvolta, che inizi l’azione dalla fascia. Infine, Hamsik sa dire la sua anche in fase di contenimento. Ma di tanto in tanto, succede che sparisca un po’ dalla circolazione. Ciò si verifica quando incontra interditori in prevalenza bloccati e compagini prive del vizio di allungarsi.

Punti deboli: difesa e portiere. Quando il filtro a centrocampo inizia a mancare, la retroguardia non si trova nelle condizioni di rendere. E da un momento all’altro, può commettere errori. I centrali difensivi del Napoli se la cavano per esperienza e prestanza, ma lasciano a desiderare dal punto di vista del senso tattico e di posizionamento. Faticano anche in merito all’impostazione delle azioni e al mantenimento della giusta concentrazione. Se puntati da Niang ed El Shaarawy, creandosi le giuste condizioni per le nostre sortite offensive, gli ultimi baluardi partenopei tremeranno di certo. E con Pazzini in agguato, le disattenzioni rischieranno di moltiplicarsi. Infine, bisogna segnalare che De Sanctis è un estremo difensore non continuo nel rendimento: può effettuare interventi decisivi su conclusioni in apparenza non alla portata, come commettere defaillances del tutto evitabili. Che si tratti di uscite, rinvii o di tiri da affrontare tra i pali, poco importa: l’errore può essere sempre in arrivo. Così come la parata da applausi… Approfittarne.

Elemento chiave: Cavani. A differenza di Hamsik, che potrebbe sparire dalla circolazione se pressato a dovere, il Matador sa come liberarsi da ipotetiche gabbie e avere ragione dei nostri difensori. Si muove con astuzia e intelligenza, da un momento all’altro, può inventarsi dal nulla la giocata vincente. Conosce tutti i trucchi del mestiere. E’ un attaccante completo, per caratteristiche, tra i migliori al mondo. Sa fare di tutto, anche sacrificarsi per il collettivo. Zapata e Mexes, aiutati dalle diagonali dei terzini, dovranno mettere in scena una performance perfetta. E’ questo l’unico modo per arginare il Matador.

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