Senza macchia, ma senza paura? Analisi di un Monto leader… al 95%

montolivo milan-catania (spaziomilan)La qualità non si discute, l’intelligenza tattica nemmeno. Del centrocampo del Milan è senza dubbio quello con i piedi migliori, quello che può far girare la squadra nel verso giusto, quello che può inventare e mettere la palla dove vuole. Riccardo Montolivo, ormai, è senza dubbio uno dei giocatori più importanti di questo Milan, senza dubbio il meno sostituibile. In effetti, sia per proprie caratteristiche personali, che per una mancanza nella rosa del Milan, il diciotto rossonero rappresenta un calciatore unico nella mediana rossonera. Talvolta, per responsabilizzarlo sempre più, Mister Allegri gli ha consegnato anche la fascia da capitano e questo è stato un segnale inequivocabile per il futuro.

In realtà le chiavi e le redini del centrocampo ormai sono nelle sue mani, come le sue pretazioni da leader. Ma, una domanda sorge spontanea: questo Montolivo è pronto per essere a tutti gli effetti il leader di questa squadra. Andando un po’ a ritroso e dando un’occhiata alle sue prestazioni, da settembre ad oggi, il campo ha detto di sì. Senza dubbio è stato lui nei momenti più bui della stagione del Diavolo a prendersi la squadra sulle spalle e a lanciarla verso la rimonta in classifica. In realtà, però, c’è un dato che potrebbe far venire qualche dubbio sulla risposta a questo quesito. In quella posizione, quella in cabina di regia dove ormai l’ex viola gioca da tempo, il Milan prima di lui ha avuto gente del calibro di Pirlo, Seedorf, Rui Costa, Albertini, Rijkaard, fino ad arrivare a Gianni Rivera.

Tutti nomi che fanno rabbrividire solo a nominarli. Tutta gente che, soprattutto nella continuità delle loro prestazioni, ha costruito la stupefacente carriera in rossonero. Forse, infatti, è proprio quello l’unico nodo ancora da sciogliere per quel che riguarda Montolivo. A volte si prende, nell’arco di una stessa gara, troppe pause, troppi passaggi a vuoto che delineano un po’ di mancanza di personalità. Cali di tensione che arrivano in alcuni momenti topici in cui la squadra avrebbe bisogno della sua classe, della sua inventiva e della sua sapienza tattica. L’opaca gara in quel di Barcellona che ci è costata l’eliminazione agli ottavi dalla Champions, per esempio, ne è l’esempio lampante. Nessuno vuole togliere i meriti al Monto di una stagione fin qui super, ma per una sceneggiatura perfetta c’è bisogno di un regista impeccabile e Riccardo è chiamato ad affermarsi e a crescere sempre di più.

 

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