In questa stagione, forse, c’è una partita che più di ogni altra ha segnato il cammino del Milan. Questa partita è senza ombra di dubbio Milan-Juventus del girone d’andata. Era il 25 novembre 2012 e a San Siro arrivava la corazzata di Antonio Conte, reduce dallo spettacolare 3-0 rifilato al Chelsea di Di Matteo. Anche i rossoneri arrivavano da una boccata d’ossigeno che derivava dalla vittoria di Bruxelles che aveva portato alla qualificazione agli ottavi di Champions, ma la situazione di classifica era ben diversa.
I bianconeri erano già in fuga, solissimi in testa alla graduatoria, i rossoneri navigavano nelle brutte acque della zona rossa. Una posizione che, alla vigilia, presentava il match del Meazza, come una sfida impari. La sfida, fra le altre cose, arrivava 9 mesi dopo da quell’episodio del gol-non gol di Muntari. La squadra di Allegri, alla fine, riesce a prendersi la rivincita con gli interessi sulla Juve sgambettandola nella corsa verso il secondo scudetto e costringendola alla seconda sconfitta in campionato dopo un anno e due mesi senza KO.
Una vittoria meritata anche se arrivata grazie a un rigore inesistente, trasformato da Robinho ed accordato dal secondo addetto alla porta De Marco che riusciva a vedere un tocco di braccio di Isla su un colpo di testa di Nocerino e, così, induceva in errore l’arbitro Rizzoli. Si vede che è destino che Milan-Juve non possa essere una partita come le altre e così è andata anche questa volta. Nei rossoneri spicca un ottimo e sorprendente De Sciglio sulla fascia destra e, la vittoria finale, inculca fra i ragazzi di Allegri la convinzione di potersi risollevare dalla difficile situazione di classifica.