Vincere allo Juventus Stadium è un’impresa. La compagine di Conte è determinata a conquistare il secondo tricolore consecutivo e, ora che è stata estromessa dalla Champions League, ha ripreso a vincere e convincere. La condizione dei propri effettivi è tornata quella ottimale, mentre l’assetto tattico è stato migliorato. Perché la Juve ha intenzione di disputare le ultime gare con un nuovo modulo, il 3-5-1-1, in grado di costituire un’arma letale. Incentrato sull’intensità e sul furore, lo schema di gioco adottato da Conte assicura solidità e compattezza. Gli esterni sono chiamati a svolgere sia la fase di spinta, sia quella di copertura. Ma con tre centrocampisti centrali, più un trequartista non di ruolo, gli effettivi di fascia sono alleggeriti da compiti di costante ripiegamento. Devono tornare, sia chiaro, ma possono concedersi anche qualche pausa. Grazie al nuovo assetto, dal momento che l’elemento dietro la punta non è un fantasista ma un incursore abile anche a rompere azioni, l’interdizione in mezzo al campo è di fatto affidata a tre uomini. Così facendo, Andrea Pirlo è maggiormente protetto e può esprimere al meglio le sue doti tecniche e inerenti la comprensione dello sviluppo delle azioni, ispirando al meglio la punta. Recuperata la sfera, assisteremo inoltre a frequenti inserimenti combinati, da sempre armi in più a disposizione della “Vecchia Signora”. Il Milan dovrà allora mettere in scena una performance perfetta. Le punte esterne del 4-3-3 di movimento saranno obbligate a rientrare il più possibile, tanto da mutare il modulo in un 4-5-1, mentre i mediani avranno il compito di rimanere in prevalenza bloccati. Servirà equilibrio. La squadra sarà chiamata a rimanere corta, per evitare di essere perforata in qualsiasi situazione. L’unica strategia sarà aspettare bassi la Juve nella nostra trequarti e ripartire con efficacia. Tutti dovranno sacrificarsi. E in caso di difficoltà, l’imperativo sarà verticalizzare per la prima punta, incaricata di svolgere il lavoro sporco alla perfezione.
Punti di forza: centrocampo da delirio e Vucinic. Vidal, Pirlo, Pogba e Marchisio. Sono loro gli incaricati a presidiare la zona nevralgica del campo. Sono loro il fattore chiave dell’economia bianconera. Efficacia, imprevedibilità, grinta e qualità. Queste sono le doti presentate dalla linea mediana in questione. Vidal e Pogba sono due guerrieri. Sanno recuperare palla come pochi, difficile che possano essere superati, visto e considerato che si distinguono per potenza e animus pugnandi. Presentano anche una buona predisposizione alla conclusione e all’inserimento. E soprattutto, garantiscono continuità di rendimento. Stesso discorso vale per Claudio Marchisio, che però annovera nel proprio repertorio anche eccelse qualità tecnico-tattiche. Se in forma, è capace di capire quando inserirsi e quando interdire, è sempre nel vivo del gioco. E dispone anche di grandi doti con la palla tra i piedi. Così facendo, per merito di questi tre gladiatori, Pirlo può imporre il proprio stile di gioco. Il regista di Flero, nonostante pecchi per dinamismo e fisicità, presenta senso del gioco e doti d’impostazione di raro valore. Ma non finisce qui. Sebbene non disponga di una prima punta di ruolo, la Juventus può fare affidamento su Mirko Vucinic. In possesso di tecnica di base, estro, personalità, velocità d’azione e di pensiero, il montenegrino è in grado di inventare occasioni da gol da un momento all’altro. Sa come smarcarsi e creare spazi per se stesso e per i compagni. Rappresenta il valore aggiunto della squadra. Per evitare di essere surclassati, i nostri dovranno evitare di allungarsi inutilmente. Bisognerà rimanere raccolti. I mediani, in particolare, avranno l’obbligo di dare il massimo. E di raddoppiare il più possibile il portatore di palla avversario, perché i nostri terzini soffrano il meno possibile gli uno contro uno. Il tutto con l’aiuto delle punte esterne. Bloccando il centrocampo e le corsie laterali, rispondendo colpo su colpo fino alla fine e sfruttando le occasioni concesse, potremo sferrare il colpaccio. Ma servirà una grande prestazione. Ogni errore di posizionamento potrebbe costare la partita.
Punto debole: Bonucci. E’ lui l’anello debole della squadra. Certo, non è un giocatore indecoroso. Dal punto di vista fisico, riesce alla grande a dire la sua. Ma difetta in rapidità, inclinazione verso l’impostazione e senso del gioco. Coperto da un centrocampo schiacciasassi e schierato in una difesa stretta, viene posto nelle condizioni di esprimersi al meglio. Non è che commetta errori con regolarità, ma sul lungo andare, può capitare che conceda spazi e sia vittima di amnesie. Non fornisce continuità di rendimento, il suo profitto è caratterizzato da alti e bassi. Più alti che bassi, a dire il vero, ma è comunque l’elemento meno stabile del gruppo. In perenne difficoltà con la sfera tra i piedi e con situazioni in cui occorre mettere in circolo fosforo. Le nostre punte dovranno allora applicare pressing alto su di lui. Se aggredito, senza che abbia il tempo per riflettere, può andare in difficoltà e sbagliare.
Elemento chiave: Claudio Marchisio. E’ lui il fiore all’occhiello del centrocampo. Ha qualcosa in più, siccome abbina con regolarità qualità e quantità, rispetto agli ottimi compagni di reparto. Se dovesse recuperare la forma migliore, stasera, rappresenterebbe un pericolo costante. Ha dimostrato doti di interdizione, d’impostazione e d’inserimento. Ha personalità e carisma. Si trova al posto giusto nel momento giusto, pronto a inserirsi e a ripiegare, quando necessario. E’ un giocatore completo. Per caratteristiche e potenzialità, ha poco da invidiare ai più grandi in circolazione. Assicura imprevedibilità e stabilità. Su di lui, non costituendo l’unico pericolo avversario, non andranno costruite gabbie. Ma bisognerà evitare di concedergli momenti di tregua, attendendolo bassi e non concedendogli varchi. Ed evitando, di conseguenza, suoi movimenti tra le linee e sue conclusioni.