Uno degli aspetti più positivi dell’aver cambiato pelle in estate, costruendo un pool fatto per la sua grande maggioranza di giovani speranze ma anche di giovani certezze, è che arrivi in primavera con buona parte della rosa a disposizione. Non succedeva da parecchio tempo a questo Milan, che proprio l’anno scorso si è giocato lo scudetto (e, forse, le semifinali di Champions) proprio per colpa di un’infermeria sempre stracolma. Problema che, piuttosto, colpisce ancora squadre in grave ritardo sul cambio generazionale. Senza parlare a tutti i costi dell’Inter, non si può certo pretendere di avere un attacco sempre brillante e rigoglioso quando tutti e sottolineo tutti gli interpreti, da Cassano a Palacio, da Milito a Rocchi, superano abbondantemente i trent’anni sulla carta d’identità.
Certo, laddove il gruppo viene svecchiato, è fisiologica la mancanza d’esperienza nelle partite che contano: ecco, allora, la batosta del Camp Nou, nonostante lo storico 2-0 dell’andata, ed ecco un rapporto deficitario con i big match. Doppio pareggio con il Napoli, un solo punto in due partite con l’Inter, vittoria e sconfitta con la Lazio e un 4-2 contro la Roma che attende di essere vendicato. Poi c’è la Juve, battuta all’andata nel momento più nero, a mo’ di araba fenice che risorge quando meno te lo aspetti. Sarà dura allo “Stadium”, durissima. Ma la gara contro gli uomini di Mazzarri ha fatto capire a quelli di Allegri che nulla è scontato in un campionato come quello in corso, dove, appunto, bastano due pareggi consecutivi (Firenze e Napoli) per essere un po’ ridimensionati nelle ambizioni.
Secondo o terzo posto che sia, resta un fatto: se il Milan vuole lottare già l’anno prossimo per lo scudetto, deve sistemare più che qualcosa in difesa. Lo sa bene Adriano Galliani, che per la prima volta si sbottona prima della fine della stagione. E se lo fa, i casi sono due: o il nuovo centrale è già stato individuato o, addirittura, è già stato opzionato in vista del primo luglio. Si parla del giovane colombiano Vergara, classe ’94, ma anche di Ogbonna e Criscito, smanioso di tornare in Italia. La sensazione è che, dopo Nesta nel 2002 e Thiago Silva nel 2008, sia giunta la naturale scadenza per un nuovo innesto di peso nel reparto arretrato. Un innesto che, sullo stile Balotelli, dia già sicurezza indipendentemente dall’età e dalla prospettiva. Non è più il tempo di spendere senza “rientrare” nei costi, è vero, ma con le lussuose cessioni d’estate qualche spiccio sarà pur rimasto da spendere…
(Christian Pradelli per IlSussidiario.net)