Quando all’ottavo minuto della partita in scena al Franchi Kevin Prince Boateng aveva superato Viviano con un bolide proveniente dalla trequarti, giustamente annullato per fuorigioco di Balotelli, il popolo rossonero era pronto a entrare in fibrillazione. Non tanto per aver visto la sfera terminare in rete, dal momento che il direttore di gara aveva interrotto il gioco con anticipo, quanto per la speranza di assistere a una sfida caratterizzata dalla presenza del vero Kevin Prince: quello in grado di irrompere negli incontri e di cambiarne i connotati, mettendo in mostra aggressività, irruenza e propensione verso l’inserimento, nonché abilità nell’assicurare imprevedibilità alla fase offensiva e nel non garantire punti di riferimento alla difesa avversaria. Ma il ruggito emesso in apertura ha invece rappresentato un fuoco di paglia.
Perché con il trascorrere dei minuti, Boateng ha iniziato a scomparire dalla circolazione. Incaricato di partire come esterno destro d’attacco, con obblighi di ripiegamento e licenza d’incursione, nel corso del match Kevin si è trovato troppo spesso solo e pensoso per il terreno di gioco. Mai un’incursione degna di nota, mai un dribbling o un guizzo in grado di creare superiorità numerica. Nonostante si fossero creati gli spazi per colpire, specie dopo l’espulsione di Tomovic e il doppio vantaggio, Prince è caduto in quell’oblio profondo che sempre più spesso lo contraddistingue. E a una manciata di minuti del termine, nel momento dell’assalto, è stato richiamato in panchina per fare spazio al più motivato Pazzini. Eppure la partita di domenica avrebbe potuto costituire l’ultima chiamata per il numero 10 rossonero.
Certo, contro il Napoli Balotelli è squalificato. Ciò non significa che Allegri sia costretto a schierare Boateng sin dall’inizio. Sulla fascia destra, M’Baye Niang continua a manifestare miglioramenti e spirito di sacrificio, per lo meno in campo. Pazzini, che ha rilevato Kevin Prince durante gli ultimi minuti di Fiorentina-Milan, è pronto e motivato. L’idea di schierare le due creste ai lati e il bomber di Pescia come centravanti sta senz’altro attraversando la mente di Allegri. E Boateng, causa prestazioni sempre meno convincenti, rischia di iniziare a vivere la stessa situazione di Bojan e Robinho. Tocca allora a lui riguadagnare la fiducia, per onorare quel “dieci” sulla maglia sempre più sbiadito.