Cristante si racconta: “Ringrazierò sempre i miei genitori. Avrei fatto il portiere se…”

CristanteSe la Primavera ha quasi ottenuto il pass diretto per le Final Eight, è anche e soprattutto merito suo. Il metronomo del centrocampo di Dolcetti ha un nome è un cognome: Bryan Cristante. Italo-canadese, classe ’95, è l’identikit perfetto del nuovo Pirlo rossonero: tecnica sopraffina, qualità indiscutibili e visione di gioco che noi umani non potremmo mai avere. Manca ancora un po’ di continuità e cattiveria agonista, ma la carta d’identità è dalla sua parte. In un’intervista al magazine Calcio2000 del portale www.calcissimo.com, il giocatore della Primavera si è raccontato a 360°: “A chi devo dire grazie per dove sono arrivato? Sicuramente ai miei genitori”.

“Mi hanno sempre sostenuto nelle scelte che ho fatto, – continua Cristante -. Mi sono sempre stati a fianco, anche quando a 14 anni ho lasciato casa per venire a Milano. Giocavo nella Liventina Gorghense, una società affiliata al Milan. Degli osservatori del club rossonero mi hanno notato e lì è iniziato tutto. Il primo giorno al Milan? Mi sembrava tutto bellissimo e incredibile. Mi trovato al centro Vismara ed era come vivere un sogno. Davvero qualcosa di speciale e pazzesco. La struttura mi ha colpito subito. C’era tutto quello che un ragazzo può desiderare. Tanta attenzione ai particolari e ai servizi primari, massima disponibilità e la voglia di educare il ragazzo, prima che il calciatotore. Insomma, qualcosa di incredibile”.

Poi svela anche un retroscena sulla sua posizione in campo, ricordando come “ho provato, per un breve periodo, a giocare da portiere. Poi ho preso una pallonata in piena faccia e ho smesso”. E visti i risultati con la palla fra i piedi, benedetta quella pallonata.

(Foto interna AcMilan.com)

Twitter: @SBasil_10

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