Nessuna mancanza di rispetto, anzi, professionalità, serietà e mestiere: perché un bomber vive di questi momenti, di questi segnali, pur avendo a cuore le sorti del Milan in primis e poi quelle personali. Il finale di Firenze, con la squalifica di SuperMario per “espressioni ingiuriose”, poi, ha dato un’altra “mazzata” ai rossoneri e anche una doppia chance per Pazzini.
Napoli e Juventus per sognare il secondo posto e segnare ancora. Napoli e Juventus per perdere certezze e rallentare la media gol (al momento 14 gol stagionali in 32 partite, media di quasi una rete a partita). Nessun verdetto, nessuna sentenza e nessunissimo accanimento, anzi, una sana e doverosa analisi “critica”, invece, per un “rapace d’area” che al momento meriterebbe anche la Nazionale. Forse anche Pazzini risente dell’”effetto Balo”? Probabile. E non sarebbe per forza negativo.
Un giocatore come Mario sposta gli equilibri e cambia l’assetto, tattico ma anche mentale, di una squadra. Nel bene e nel male. Senza di lui, ed è questo il dato che deve far più riflettere, il Milan ha smesso di crossare e di mettere palle lunghe, anche se lì davanti c’era il signor Pazzini: uno specialista nel settore. Il gol manca da quasi 50 giorni e non è nemmeno un bel ricordo: 8 marzo 2013, Genoa-Milan 0 a 2. Vantaggio di rabbia e caparbietà, da infortunato, prima di dare forfait e dover saltare il ritorno contro il Barcellona in Champions. Col Catania è d’obbligo rialzare la testa e tornare a gonfiare la rete. Con un Balo in più.
This post was last modified on 23 Aprile 2013 - 18:59