E’ stata la partita delle attese, quella della grande giocata che cambia la gara, della competizione sfrenata fino al 90esimo minuto e oltre. Invece, Juventus-Milan si è rivelata uno spettacolo mancato, saturo di aspettative, di adrenalina sfociata in tensione che ha paralizzato la gara sui binari dell’attendismo e della quasi noia. E’ servito un rigore per scongiurare quello che sembrava uno 0-0 annunciato e adatto a rappresentare l’assenza di brividi da una parte e dall’altra.
Ci ha provato, nel primo tempo, Kevin Prince Boateng, a smuovere l’immobilismo generale con qualche tiro da fuori, ma forse c’era poca convinzione anche nelle sue azioni. In una fase offensiva piuttosto infeconda come quella vista ieri sera, creare anche una sola azione pericolosa richiedeva uno sforzo immane e una coesione di forze che evidentemente mancava.
Il ghanese è partito da mezz’ala anche ieri, giocando discretamente nella prima frazione di gara, ma perdendo poi ritmo e brillantezza, mostrando ancora una volta la versione spenta del Boateng unico di qualche tempo fa. Che sia la posizione in campo o un periodo che proprio non vuole passare, certo è che il Boa continua ad essere il fantasma di se stesso.
Tant’è che già da qualche tempo, il suo nome viene accostato al mercato in uscita del Milan, soprattutto se nelle prossime cinque partite la sua parabola continuerà questa fase discendente. E’ presto, però, per questo tipo di scenari, c’è un campionato di 450 minuti da vincere per conquistare l’ingresso alla prossima Champions League.