Pensi a Ricky Kakà e ti viene in mente un periodo fatto di magie, classe e vittorie. Protagonista dal momento in cui ventiduenne sbarcò a Milano. Faccia da angelo alla corte del Diavolo. Apparentemente un controsenso, in pratica un connubio vincente che ha portato al Milan tutti i titoli immaginabili dalla Champions al Campionato passando per la Super Coppa e al Mondiale per Club, a lui poi un più che meritato pallone d’oro. Meglio di così non si poteva fare e forse, quando un po’ per il bilancio rossonero, un po’ per ambizione personale, decise di trasferirsi a Madrid a questo, almeno per un attimo, il pensiero è corso.
Pensi a Kakà e la mente si ferma su frammenti che rimarranno nella storia. Il primo gol, nel derby della stagione 2003-04 finito 2-0 per il Milan, tanto per far capire di non essere uno qualsiasi. Oppure quegli occhi, persi, dopo la brutta sconfitta ad Istanbul dove però lui, segnando dal dischetto, non aveva tradito. Restando in Champions c’è la tripletta contro l’Anderlecht e quel tiro dai 25 metri sotto l’incrocio. E ancora la doppietta all’Old Trafford e nello stesso anno l’assist per Inzaghi in finale ad Atene. I brividi, questi e tanti altri.
Pensi a Kakà e, sia che tu sia stato pro o contro il suo ritorno nelle innumerevoli volte in cui il calciomercato ha dato questa notizia, non puoi fare a meno di sentire il cuore che batte, le emozioni che si mischiano ai ricordi e le vittorie . Kakà è e resta qualcosa che capiranno soltanto i milanisti. E siamo sicuri che anche ai meno sentimentalisti scapperebbe un sorriso se in un futuro Ricky, il nostro Ricky, dovesse tornare. Noi oggi nonostante lui sia Madrid, gli auguriamo un buon 31esimo compleanno fatto, speriamo, di minuti in campo e gol pesanti. Poi chissà, certi amori non finiscono..