Nella sua autobiografia “Casagrande e i suoi demoni” emergono alcuni particolari: “Mi sono fatto di tutto. Cocaina, eroina, canne, tequila, doping“. Con riferimento alla sua prima esperienza al Corinthians: “A quei tempi, però, ci andavo ancora piano: solo qualche canna e qualche preparato di cocaina“. Per poi poi ricominciare nel 1997, una volta chiusa la carriera: “Mi sentivo tremendamente vuoto e cercavo rifugio nella droga. In una sola sera ero capace di sniffare 3 grammi di cocaina e poi iniettarmi una dose di eroina, fumarmi una canna e bermi una bottiglia di tequila. Per vent’anni ho giocato alla roulette russa, copiando quella spinta all’autodistruzione che vedevo nei miei miti del rock, da Jim Morrison a Janis Joplin e Jimi Hendrix”.
Capitolo doping: “Ci obbligavano a fare dell’iniezioni intramuscolo e il risultato era sbalorditivo”. Tuttavia manca il riferimento alla squadra e al campionato in cui avvenivano queste pratiche. Resta il dubbio…
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