A inizio stagione sembrava dover essere l’unico punto fermo di una difesa disastrata, che prendeva gol su ogni palla inattiva, l’unico difensore su cui contare dopo tanti anni vissuti quasi ai margini della retroguardia milanista, non per demeriti, ma per aver trovato davanti a lui mostri sacri come Maldini, Nesta e Thiago Silva. Di colpo, con il reparto rossonero in grande difficoltà, il Milan sembrava aver trovato un nuovo baluardo difensivo del tutto inaspettato. Con il passare dei mesi, invece, gli infortuni e la “ripresa” dei suoi colleghi di reparto lo hanno relegato ai margini delle scelte tattiche di Allegri. Oggi, complice anche la squalifica di Zapata, tornerà in campo dal 1’, come non accadeva dalla trasferta di Verona del 30 marzo scorso.
Parliamo di Daniele Bonera, che ritroverà, per l’importantissima sfida contro il Catania, il suo posto da titolare nella zona centrale della difesa e, probabilmente, anche la fascia di capitano, che gli sarà contesa da Montolivo, viste le contemporanee assenze di Abbiati e Ambrosini. Il difensore bresciano, pertanto, ha ora la ghiotta opportunità di giocarsi le sue carte, considerando soprattutto che il 30 giugno, dopo sette stagioni in rossonero, scadrà il suo contratto con il club di via Turati e che, vista la linea verde intrapresa dalla società, il suo futuro appare abbastanza in bilico.
Bonera, in una recentissima intervista alla Gazzetta dello Sport, ha espressamente detto di voler rimanere a Milano: «Dopo sette anni la mia priorità è restare. Mi piacerebbe continuare qui, dove mi sento a casa e dove c’è un bel progetto giovani in cui posso mettere a disposizione la mia esperienza. Ora il primo obiettivo è il terzo posto, dopo di che parlerò con la società in modo da trovare una soluzione che soddisfi entrambi».
Nel termine “entrambi”, il centrale milanista non inserisce solo sé stesso e la società, ma anche il tecnico Massimiliano Allegri, che quest’anno lo ha utilizzato relativamente poco. Bonera, tuttavia, non è il tipo che si lascia andare a lamentele ed è ben consapevole che il posto da titolare in una squadra come il Milan non è mai scontato: «Non pretendo di essere un titolare inamovibile – ha aggiunto ai colleghi della Gazzetta – ma solo di sentirmi importante. E, comunque, fino all’infortunio di metà novembre ho giocato molto». Adesso, rientrato finalmente titolare dopo tanti mesi travagliati, Daniele ha la possibilità di dimostrare il suo valore, di sapersi sudare il posto da titolare per lo sprint finale alla zona Champions e, soprattutto, di avere tutte le carte in regola per poter calcare ancora per qualche annetto i prati di San Siro e Milanello.