“Per conquistare un posto nell’Europa che conta dobbiamo battere la Fiorentina, mettendola quasi del tutto fuori dalla zona Champions League: non sarà facile. Secondo posto? Ci credo, si comincia a vedere un po’ di luce dopo un inizio di stagione difficile. Il Napoli va forte. Da qui alla fine i pareggi sono risultati da considerarsi stretti. Contro la Fiorentina all’andata ci fu una sconfitta e non fu l’unica, di brutte prestazioni ce ne sono state tante: adesso stiamo bene e dobbiamo raccogliere quello che abbiamo seminato. Jovetic? E’ un campione e può inventarsi una giocata da un momento all’altro, ma non c’era neanche all’andata… Occhio a Pizarro e Aquilani, quando sono in giornata non sono mai da sottovalutare”. La carica di Abate, intervistato dal Corriere dello Sport, passa dalla conferma che il Milan è in un momento di forma buonissimo: a Firenze quasi come una finale e Napoli nel mirino, difendendo un piazzamento in Champions che in casa rossonera è un traguardo cruciale.
Il cambio di passo del Milan, da novembre in poi, ha seguito quasi alla perfezione la rinascita di Abate che, dopo qualche infortunio e soprattutto considerate le prestazione superbe di De Sciglio (così come quelle sorprendenti di Constant) ha dovuto correre e non poco per ritornare a riconquistare un maglia degli undici di Allegri: “Avevo iniziato male: prima la caviglia nel Trofeo Luigi Berlusconi, poi mi sono stirato, ho fatto un po’ di fatica. Dopo la sosta di Natale mi sono ripreso, adesso va tutto meglio. De Sciglio è una novità, è stato messo in risalto come merita. Mattia è pronto anche di testa, è coraggioso: l’inserimento è stata facile. Ma di concorrenza al Milan c’è n’è sempre stata tanta e io me la sono vista con giocatori importanti che avevano più esperienza di me. Corro sempre, anche troppo, ma adesso interpreto il ruolo in maniera diversa, con più padronanza: riesco a valutare meglio le situazioni. Da quando sono in rossonero mi do un voto positivo, ho vinto e perso uno scudetto. Anche se quest’anno è l’anno più bello per me, intravedo i Mondiali e vorrei essere un protagonista anche con la maglia azzurra”.
Dal presente al Milan che verrà e dunque al settore giovanile, Abate risponde: “Al Milan non esiste la consacrazione, o rendi ai massimi livelli o sei sempre in discussione. Personalmente penso di aver raggiunto un buon equilibrio interiore. Con Allegri ho un ottimo rapporto, così come ricordo con piacere Leonardo che fin dal ritiro estivo mi aveva inquadrato nel ruolo di terzino destro e devo ringraziarlo: prima aveva fatto un po’ di tutto, dalla mezz’ala al terzo attaccante. Al Milan è cambiata la filosofia, quando c’è tanta qualità ci si ferma di più per riflettere e prendere una decisione. Bisogna fare più attenzione nel valutare i giovani del vivaio: la crisi economia ha contribuito a valorizzare il settore giovanile, c’è più pazienza e più investimenti. Il giocatore che si è perso troppo per strada è Merkel, aveva grandi qualità ma caratterialmente non era pronto. Ma non è il solo, stesso discorso per Marzoratti: troppi milanisti non hanno reso come ci si aspettava ”.
Balotelli e mercato, Ignazio Abate, infine, precisa: “Zenit? C’è stata una proposta importante a gennaio, non erano voli di fantasia… Poi ho parlato con Galliani che mi ha confermato la volontà di tenermi: il Milan è la mia priorità. Mario incute timore agli avversari, fisicamente è molto forte, deve solo migliorare dal punto di vista caratteriale. E’ il primo anno che è un protagonista assoluto. Balo come Ibra? Lo può diventare, sta dimostrando che può trascinare una grande squadra, ma deve rimanere al top per almeno 10 anni e continuare a segnare. Juventus? A Monaco sembrava un’altra squadra, troppi giocatori sottotono. Il Bayern Monaco insieme a Barcellona e Real Madrid è una delle squadre favorite per la vittoria finale, ma lo 0-2 dell’andata può essere ribaltato. Sindrome da derby? No, ho solo commesso due errori su Milito ma vivo ogni partita allo stesso modo”.
This post was last modified on 5 Aprile 2013 - 11:13