Quella che il Milan ha conquistato sul campo del Genoa è una vittoria che pesa come un macigno, come importanza rientra tra le prime dieci della stagione, perché quando si raggiungono traguardi ambiziosi ogni sfida assume sempre più valore, così come ogni insuccesso provoca “danni” maggiori. Venerdì al “Marassi” contava più della Lazio di una settimana fa, il Palermo tra 7 giorni a San Siro vale maggiormente rispetto al Genoa. Lo 0 a 2 firmato Pazzini-Balo ha dimostrato che il Milan al terzo posto ci vuole rimanere con forza e convinzione e ha mandato un messaggio chiaro alle inseguitrici, oltre che mettere pressione al Napoli. I rossoneri hanno avuto la meglio dopo una battaglia agonistica senza sosta, non hanno mai mollato, non si sono fatti mettere i piedi in testa, hanno ribattuto colpo su colpo, calcio dopo calcio, senza mai rinunciare a correre e lottare. C’è stata anche la componente fortuna, sia chiaro, ma nell’arco di un anno tocca un po’ a tutti: il Diavolo è stato bravo ad afferrarla e sfruttarla.
La tappa di Genova rappresenta uno snodo cruciale per il campionato, fondamentale anche in chiave Champions: non solo perché così facendo la squadra di Allegri arriverà al Camp Nou con fiducia e morale, ma soprattutto perché per mezz’ora, dopo l’espulsione di Constant, il Milan è stato costretto a difendere, subire, sventare cross, rimpallare conclusioni e rinchiudersi nella propria area. Un banco di prova superato a pieni voti (ma senza lode). Lo stesso scenario che si presenterà di fronte martedì in Europa contro il Barcellona.
Parliamoci chiaro, senza scaramanzie e liberi da qualsiasi timida maschera di stampo maniavantista: il Milan contro il Barcellona ha almeno il 50% di possibilità di passare il turno, percentuale che aumenta considerato il momento-no del Barça, nel bel mezzo del suo periodo più nero come mai successo da almeno 3 anni a questa parte, e circa il 70 di segnare almeno un gol che dovrebbe bastare per passare il turno. E’ il momento migliore per affrontare in casa loro i “marziani” ed eliminarli: ora o mai più, c’è poco da aggiungere. Senza Mexes in difesa ballottaggio tra Yepes (favorito) e Bonera, in attacco Pazzini ha ampie possibilità di recuperare.
Ci saranno di sicuro Zapata e Flamini, due delle sorprese più liete del momento. Il primo, adesso, è chiaramente il difensore centrale più forte, il pezzo del puzzle inamovibile che garantisce copertura, attenzione e dinamicità. Il secondo, lo ammetto, non è mai riuscito a piacermi del tutto, specialmente perché giocatori “spigolosi” come Mathieu, seppur li consideri necessari in una squadra, non mi sono mai piaciuti troppo: fosse per me metterei in campo 3 Montolivo insieme, ben sapendo di avere un centrocampo incompleto e con insufficiente copertura. Ma Mathieu non può che meritare applausi, dopo aver superato un grave infortunio al ginocchio da non sottovalutare. E pensare che in estate è stato vicinissimo all’addio. Adesso, invece, è l’uomo tuttofare a cui non si può rinunciare.