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Peccati d’ingenuità e superiorità blaugrana: una notte da Messi

milanmilanIl Milan si risveglia da un sogno. Già, da un sogno chiamato passaggio del turno di Champions League, approdo ai quarti di finale, tra le otto compagini più forti d’Europa, nella competizione per club più prestigiosa del mondo. Dopo il due a zero dell’andata, causato da una preparazione tattica della sfida a dir poco chirurgica, l’impresa sembrava alla portata. Sembrava, appunto. Peccato che il Barcellona, ieri sera, abbia sfoderato una performance eccezionale, grazie a un Messi in grado di giustificare il motivo dei quattro Palloni d’Oro consecutivi vinti, nonché assistito al meglio da Xavi e Iniesta, i due centrocampisti più forti in circolazione.

Nonostante ciò, è inutile nasconderlo, il rammarico c’è e verrà smaltito con difficoltà. Pur avendo il Barcellona dominato dall’inizio alla fine, sull’ uno a zero, Niang ha avuto l’occasione per pareggiare i conti. Ma a tu per tu con Victor Valdes, M’Baye non è stato lucido, centrando in pieno il palo. Stesso copione si è verificato a pochi minuti dal termine: Robinho, imbeccato da Bojan Krkic, non è riuscito a deviare la palla in rete. Oltretutto, due delle quattro reti blaugrana sono scaturite da nostre ingenuità. In occasione del due a zero, Ambrosini ha perso una sfera che avrebbe dovuto essere meglio controllata, mentre Flamini si era già proiettato in avanti. Inspiegabile, inoltre, come sia stata gestita la situazione inerente la punizione della disperazione, trasformatasi infine nel poker avversario.

Inevitabile, però, è evidenziare come il Milan non sia a oggi un organico allestito per competere in Europa. Sono stati effettuati molti cambiamenti e la rosa è stata ringiovanita. Alcuni elementi sono cresciuti da ogni punto di vista, ma non sono ancora pronti per grandi palcoscenici, Kevin Constant in primis, ieri autore della sua peggiore prestazione in rossonero, nelle vesti di terzino sinistro. In mezzo al campo, eccezion fatta per Montolivo, non ci sono leader in grado di abbinare qualità, quantità e senso del gioco. Capitan Ambrosini, che in passato molto ha dato alla causa, si trova adesso sul viale del tramonto. In merito, la partita del Camp Nou insegna. Manca chi lo sostituisca a dovere.

Ecco perché, pur rimanendo il rimpianto per una qualificazione sfumata proprio quando tutto il popolo rossonero ci stava credendo, il bicchiere non può essere mezzo vuoto. L’obiettivo rossonero inerente la stagione in corso è rappresentato dal raggiungimento della terza posizione, utile per partecipare alla Champions League anche l’anno prossimo, pur partendo dal Preliminare. Obiettivo raggiunto, per ora, dopo un inizio tutt’altro che facile, dal momento che si può godere di tre punti di vantaggio sulla Fiorentina, quarta in classifica, e si ipotizza un sorpasso ai danni del Napoli, secondo e distante da noi due sole lunghezze. Non demoralizzandosi per la sconfitta del Camp Nou ma archiviando la pratica come un insegnamento atto a fare crescere ancora di più i propri elementi e mantenendo la continuità di rendimento mostrata da novembre in avanti, stando a quanto recita la classifica, il Milan dispone allora delle carte in regola per ripresentarsi già dall’anno prossimo nella grande Europa. E tentare, in ogni senso, il salto di qualità. L’importante è non smarrire la retta via e disputare le ultime dieci gare di Campionato come fossero finali. Forza, Diavolo, il futuro è nelle tue mani e la rinascita non è un’utopia.

This post was last modified on 13 Marzo 2013 - 16:13