A spasso per Milano con M’Baye Niang. L’attaccante francese, in un’intervista al mensile ufficiale rossonera “Forza Milan”, ha raccontato i suoi primi mesi in rossonero, le sue emozioni nell’arrivare in un nuovo paese e in una grande squadra e anche diversi argomenti extra-calcistici: “Il mio primo anno al Milan sta andando oltre ogni mia aspettativa. Sono ancora giovane, pensavo che avrei avuto bisogno di più tempo per ambientarmi e cercare di capire la Serie A. Invece Allegri mi ha dato subito fiducia e sono molto felice. In Italia la cosa più difficile è che quando fai qualcosa di sbagliato dopo due ore diventa di dominio pubblico e se ne parla in ogni luogo: bisogna stare attenti a tutto, la pressione sui giocatori è altissima. Il campionato italiano si gioca molto sulla tattica, se sbagli un movimento rischi di prendere gol. Rispetto alla Francia qui mi piace il calore dei tifosi, fondamentale il loro supporto per dare la carica e spronare a migliorarsi sempre, perché anche quando le cose vanno male non abbandonano mai la squadra. Il compagno che più mi ha impressionato è stato El Shaarawy, ma anche Boateng (nello spogliatoio canta e bella benissimo e a volte ci fa vedere il moonwalk) e Balotelli”.
Dopo un inizio lontano dai riflettori Niang ha scalato posizioni e guadagnato un posto importante nel nuovo Milan, diventando un punto di forza sia in campionato che in Champions League: “Giocare contro il Barcellona è stato emozionante, era la partita che sognavo di giocare. Non è da tutti disputare la prima partita in Champions contro la squadra favorita. Anche nel derby ero ansioso di vivere quell’atmosfera, mi sono detto: approfitta di questo momento, la vita è una sola. Voglio sempre vincere e sono un ragazzo generoso, mi piace aiutare la gente. Ammiro molto Cavani, davanti alla porta ha una forza incredibile. Idoli? Nel calcio Ronaldo, quello brasiliano, nello sport in generale Roger Federer. Nella vita di tutti i giorni, invece, i miei eroi sono mamma e papà”.
Dal razzismo alla Nazionale, Niang risponde: “Il razzismo è l’aspetto del calcio che più mi dà fastidio. Per me bianco, nero o giallo non fa differenza: sono tutti uguali. In Francia episodi di razzismo non mi sono mai capitati. Non credo che nel mondo del pallone si giochi troppo, l’importante è allenarsi bene per aumentare la resistenza fisica e diminuire il rischio di infortunarsi. E anche vero che in Francia non ero abituato a questi ritmi: la Ligue 1 è di livello inferiore rispetto alla Serie A, le uniche squadre con esperienza europea sono PSG, Lione e Marsiglia. Se sono al Milan devo ringraziare i miei primi due allenatori: Franck Dumas e Philippe Tranchant. La Nazionale francese è una buona squadra, con tanti giovani talenti: questa generazione ha le carte in regola per qualificarsi alla prossima Coppa del Mondo”.
Al di fuori dal campo, infine, M’Baye Niang, privilegia la musica e il cinema: “Vedo spesso film in italiano per imparare la lingua, ma seguo anche le sfide di calcio più belle dei vari campionati. Preferisco i film comici. Mi piace ascoltare RnB, un cantante rap francese. Ultimamente El Shaarawy mi ha fatto conoscere anche Emis Killa, ma non c’è paragone… In futuro mi immagino con una famiglia composta al massimo da due figli, basta che non siano come me… Da piccolo ero scatenato! Gli amici a volte mi mancano, ma ormai sono lontano da Parigi da 5 anni”.