Ieri sera era più “zoppo” che “pazzo”, ma ci ha comunque fatti impazzire di gioia a tutti. Quello che è successo intorno alla metà del primo tempo ha qualcosa di incredibile. Un giocatore che chiede la sostituzione perché infortunato, continua l’azione visto che la palla non esce fuori, e si ritrova a piazzare un tiro impressionante che va a sbattere sotto la traversa e poi conclude la sua corsa in rete. Questo per me rimane l’highlight principale del match di Marassi. Più del gol di Balotelli, più dei rigori non dati, più della caccia all’uomo in maglia rossonera architettata da Mister Ballardini per contrastare il Milan.
La serata di ieri ha la faccia sorridente e sofferente di Giampaolo Pazzini, la sua esultanza, la sua rabbia agonistica. Più di ogni altro, in questo momento è lui che riesce ad incarnare al meglio lo spirito del Diavolo. Una squadra che è risorta come una fenice dalle sue ceneri, che ha costruito mattone dopo mattone le difficili fondamenta della rinascita, che ha sofferto, è stata sbeffeggiata e umiliata, ma che in poco tempo è riuscita a leccarsi le ferita e a cominciare la lenta ma incessante risalita verso le zone che le competono. La cosa più importante è che questo processo sta avvenendo fra spensieratezza, gioia e voglia di fare gruppo. Un gruppo giovane, unito e compatto.
Un gruppo che, se in campo incarna alla perfezione lo spirito della sua punta “di scorta” che sta diventando sempre più una punta di diamante, fuori ha il carattere, la grinta e l’intelligenza del suo condottiero. Massimiliano Allegri è senz’altro il principale artefice di questo miracolo sportivo. La sua voglia di non mollare, la sua pazienza, le sue idee hanno avuto la meglio. Ieri si lamentava perché il gioco non era fluido ma, siamo sicuri che sotto sotto era contento. Era contento di aver visto finalmente una squadra che riesce a vincere anche quando gioca meno bene e che lo fa grazie ai suoi campioni che sanno fare la differenza. Del resto il processo per diventare una grande squadra passa anche da qui e Allegri, infondo, era contento quando un certo Zlatan Ibrahimovic decideva di togliere le castagne dal fuoco e diventava decisivo.