La sconfitta pesante di mercoledì sera al Nou Camp contro i marziani del Barcellona, se da un lato era preventivabile e nessuno a dicembre si sarebbe aspettato che il Milan sarebbe andato avanti, dall’altro ha lasciato rammarico e amaro in bocca per le modalità con cui è arrivata. Altro aspetto assolutamente da non sottovalutare, è quello riguardante gli strascichi che quest’eliminazione potrà portare dietro di se per il resto della stagione. D’accordo che di fronte c’era la squadra più forte del pianeta, ma il rischio di un contraccolpo psicologico è sempre dietro l’angolo.
Due anni fa, come tutti ricorderete, dopo lo 0-0 di White Hart Lane che eliminò il Milan agli ottavi di finale contro il Tottenham, ci furono il pareggio per 1-1 casalingo contro il fanalino di coda Bari e la sconfitta di Palermo. Risultati, che permisero all’Inter di portarsi a -2 alla vigilia dello scontro diretto di inizio aprile, poi vinto nettamente per 3-0 dai rossoneri. Ma, a preoccupare ancora di più, è quello che successe la passata stagione. Di mezzo c’era ancora il Barcellona, ancora un’eliminazione al Camp Nou per mano dei catalani, ancora una gara di ritorno sbagliata. L’unica differenza è che l’anno scorso si trattava di quarti di finale.
Il sabato successivo, alla vigilia di pasqua, il Milan perse una partita che giocoforza rappresentò il punto di non ritorno della stagione del Diavolo. La Fiorentina espugnò San Siro per 2-1 con Jovetic ad inizio ripresa che rispose ad Ibrahimovic ed Amauri che allo scadere regalò la vittoria ai suoi. Come andò a finire (ahinoi) ce lo ricordiamo tutti, con la Juve che proprio in quell’occasione si prese il primato e non lo lasciò più. Ora, la squadra di Allegri è chiamata all’esame Palermo. I siciliani sono disperati all’ultimo posto in classifica, hanno cambiato per la quinta volta in stagione l’allenatore e non vincono da dicembre. Siamo sicuri che è l’avversario migliore per questo Milan ferito?