In attesa della sfida di ritorno di stasera facciamo un passo indietro e torniamo ad inizio aprile 2012, quando il Milan di Ibrahimovic e Boateng ha incontrato per l’ultima volta i blaugrana al Camp Nou. Quarti di finale di Champions League, ritorno, si partiva dallo 0-0 dell’andata.
Allegri, costretto a rinunciare a Thiago Silva e Van Bommel per infortunio, recupera in extremis Abate e Nesta. Il rivale Guardiola, dal canto suo, stupisce tutti con una mossa a dir poco inaspettata: dentro il giovanissimo Cuenca, fuori Alexis Sanchez. Parte subito forte la squadra di casa, già in vantaggio all’undicesimo minuto grazie ad un rigore trasformato da Leo Messi in seguito ad un fallo da lui subito ad opera di Antonini. Nonostante la sfida si complichi subito il Diavolo, però, non si arrende e viene premiato al minuto trentadue, quando una magia di Ibrahimovic mette Nocerino nella condizione ideale per trafiggere Valdes. 1-1: il popolo rossonero sogna, il Barcellona, per la prima volta in tutto l’incontro, appare frastornato e in difficoltà.
Passano soltanto dieci minuti e accade l’incomprensibile: sugli sviluppi di un calcio d’angolo per la squadra di Pep Guardiola l’arbitro indica il dischetto e assegna il rigore. La trattenuta di Nesta su Busquets, però, appare tutt’altro che evidente e, ai più, assolutamente non sufficiente per assegnare un tiro dal dischetto che condizionerà l’intero incontro. Ancora Messi dal dischetto, ancora goal: 2-1.
Il Milan accusa il colpo, sente troppo grande il peso dell’ingiustizia e, da quel momento, non riuscirà più a proporre iniziative degne di nota. Il secondo tempo, infatti, sarà interamente di marca blaugrana, con la terza rete siglata da Iniesta e la ghiotta occasione sprecata da Thiago Alcantara.
In definitiva, non si può certo negare che il Barça nel complesso sia stato superiore in quanto a manovra di gioco ed occasioni. Però quel rigore…