Pazzamente nostro! Lo “zoppo” che conquista le folle più romantiche

genoa milan pazziniSpigolosa, tesa, nervosa. Eppure così romantica. Sì, abbiamo visto la stessa partita. Quella partita dove c’erano due rigori pro Genoa e due espulsioni pro Milan, ma anche quella dove Giampaolo Pazzini, falciato in una delle due non espulsioni firmate Damato, stringe i denti, resta in campo perché il pallone non esce e segna da zoppo. Sì, zoppo. Nel senso più romantico (e calcistico) del termine. L’autentica mina di collo destro fa gridare subito allo scandalo il Grifone: com’è possibile che un giocatore dolorante, a terra fino a pochi secondi prima, riesca ad estrarre dal cilindro una conclusione del genere? Può essere, può essere: Giampaolo Pazzini è uno di quegli attaccanti alla Pippo Inzaghi, uno di quelli che, quando sono in stato di grazia, non li ferma nemmeno uno tsunami. Figuriamoci un fallo al “gusto” di derby… E il passato doriano riaffiora in un battibaleno, giusto in tempo per timbrare una gara difficile. La più difficile dell’intero campionato rossonero.

E allora i tre punti valgono doppio, forse triplo. Cinquantuno in totale, di cui quarantaquattro nelle ultime venti gare e la certezza di affrontare il Barcellona, comunque vada, da terzi solitari in classifica. Classifica che al momento dice “meno due” dal Napoli, ma piano con i sogni. O almeno procediamo uno alla volta: quattro giorno all’alba, all’alba del Camp Nou. Un match da formalità, dopo l’andata in cui i marziani avrebbero dovuto sotterrare la povera truppa dei giovani “Allegri”. E invece ecco affiorare un velo di nervosismo in quel della Catalogna, tra le dichiarazioni dei big sicuri del ribaltone e l’altrettanta certezza giornalistica del “Mundo Deportivo”, con titoloni roboanti già in cantiere per giovedì mattina. La buona notizia per il Milan verso la Champions arriva soprattutto dal centrocampo: con Montolivo sempre più leader, ecco affacciarsi i “mastini” terribili Muntari e Flamini. Tutto ciò unito all’obiettivo raggiunto di far riposare per bene anche ieri capitan Ambrosini.

In avanti si attendono gli esami strumentali di Pazzini anche se, ricordiamo, dietro ai rodatissimi El Shaarawy e Niang c’è pur sempre una bella carta da giocarsi in Spagna: Robinho. Pochi minuti nelle gambe per lui dopo l’infortunio, ma servirà tutta la sua esperienza internazionale per tenere la palla il più lontano possibile dall’area di rigore. Perché, non nascondiamocelo, mercoledì potrebbe prospettarsi il “reload” di Barcellona-Inter 2010. Con l’aggravante che quell’Inter era una squadra chiaramente costruita per l’obiettivo Champions, il Milan di oggi non ancora. Certo è che con un Abbiati in versione “Marassi” tutto sembra essere possibile, discorso che può essere allargato per Zapata e per l’acciaccato Mexes, coppia leader della retroguardia. Unico rebus, a questo punto, gli esterni bassi: “punire” Constant per la reazione ben sopra le righe di ieri o confermarlo in coppia con Abate? Niente paura: dietro di loro c’è uno scalpitante De Sciglio pronto a consacrarsi, anche in Europa.

(Christian Pradelli per ilSussidiario.net, 9 marzo 2013)

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