Umiltà e tanta voglia di vincere sono le caratteristiche che emergono dall’intervista apparsa su La Gazzetta dello Sport di un Giuseppe Rossi in ripresa. L’attaccante della nazionale italiana è a New York a fare fisioterapia dal guru Luke Bongiorno che fa sudare con esercizi all’avanguardia Pepito nel suo studio NYSportsMed in Union Squere nel cuore di Manhattan. L’infortunio al legamento crociato anteriore del ginocchio destro lo tiene lontano dai terreni di gioco dal 26 Ottobre scorso, e il rientro con l’esordio in maglia viola è previsto all’incirca per metà Aprile.
Rivangando il suo passato di ragazzino italiano figlio di emigrati in America si possono scorgere le tinte rossonere del suo cuore: “La domenica mattina alle 9 con papà guardavo il Milan di Van Basten e Gullit. Un po’ di simpatia mi è rimasta”. Ora però ammette a malincuore che, nonostante al sua fede che comunque per professionalità non è più sfegatata come allora, nessun top-team (ad esempio il Milan) lo ha cercato nel periodo di mercato nel qual è poi arrivato a Firenze. Ricordandogli che Galliani disse “Rossi non è giocatore da Milan“, risponde: “L’ho sentita quella. Ma sul mio conto ne hanno dette tante. Perché non si sono fatte avanti società importanti? Quando subisci un infortunio come il mio è difficile rientrare nei progetti di chi ha ambizioni di successo immediato: vogliono gente pronta”. Forse il tempo di un Rossi in rossonero non è ancora giunto, ma mai dire mai.
Si ispira a Scholes, Giggs, Kobe Bryant e Ferguson e vorrebbe un giorno, magari neanche tanto lontano, vincere lo scudetto. Perché, come dice lo stesso Rossi, “è da quello che si giudica un giocatore”. Ripercorre il suo passato milanista ripensando ai grandi campioni che l’hanno fatto innamorare del calcio: Van Basten, Gullit, Weah e Sheva. Proprio quell’Andriy Shevchenko col quale scambiò la maglia quando lo incrociò nel periodo londinese dell’ucraino. Parte del passato sembra essere pure la nazionale, con Prandelli che non lo chiama più dalla fine dell’Europeo e che ormai ha virato deciso sul tandem rossonero El Sharaawy-Balotelli.
Il cuore rossonero lo ha, la qualità è indubbia, mancano solamente delle conferme a questo Giuseppe Rossi. Il grave infortunio lo ha bloccato nella sua rapida ascesa e ora vorrebbe ritrovare solo la serenità per tornare a giocare in una gara ufficiale sia con la maglia viola sia con quella azzurra della nazionale italiana. Col suo acquisto si andrebbe a comporre un tris d’attaccanti rossoneri ma allo stesso tempo azzurri. Fantasia, fantacalcio o semplicemente futuro?