Adriano Galliani “detta” la linea: le sue parole nel post Milan-Palermo sanno molto di avvertimenti velati da consigli per Massimiliano Allegri, uno che ormai ha la pelle dura ma che è pronto sempre e comunque ad incassare e a ripartire. Tre punti fondamentali nell’analisi dell’amministratore delegato: De Sciglio come Maldini, la consacrazione del talentino avverrà sulla fascia sinistra con buona pace dei vari Constant (Barcellona docet) e Antonini; rivedere, anzi, stringere il cerchio attorno alla posizione da destinare a Boateng e contestualmente, punto tre, “sistemare qualcosa” nella porzione di campo tra lo stesso Prince e Abate. Troppe sottolineature dopo una vittoria, troppe se messe tutte insieme. Max, come già detto, incassa e si limita a dire una sacrosanta verità: la squadra va un po’ rifinita.
E anche questo concetto, in tal senso, è una novità: in quali altre occasioni il tecnico rossonero si è esposto a stagione in corso sul possibile mercato che la società dovrà impostare in futuro? Sensazione di essere sempre più lontano da questo futuro? A conti fatti sembra sia bastato il 4-0 di Barcellona per tornare a discutere vivamente sul destino della sua panchina: una sconfitta sì pesante ma, con un po’ di buon senso e un briciolo di ragione, preventivabile. Anche nei numeri, anche nel roboante 4-0. Ma d’altronde, quando si vuol vedere il bicchiere mezzo vuoto, sembra sia necessario vederlo da ogni punto di vista: ecco, allora, che l’uscita polemica di El Shaarawy dopo la sostituzione di ieri (accompagnata dal conseguente screzio Amelia-Antonini) diventa altra carne al fuoco da lanciare contro Max. Evidentemente è impossibile pensare che un giocatore di vent’anni (vent’anni, ripeto) possa sentire il bisogno di sbollire per una giornata no e, più in generale, per un periodo dove non tutto gli riesce come al solito.
Dovrà essere per forza arrabbiato con l’allenatore, quell’allenatore che lo ha fatto esplodere in una stagione da incorniciare. Giusto? Ma Allegri ormai conosce il gioco, ci sguazza come la sua verve livornese e “toscanaccia” gli ha insegnato: anche lui è stato giocatore, non era certo uno dei più tranquilli e sa meglio di molti altri come gestire situazioni del genere. Lo ha fatto quando eravamo apparentemente spacciati ad inizio stagione: lo farà anche ora, fino a quando la società glielo permetterà. Per quello suonano strane le parole di Galliani, legato al suo tecnico da un affetto speciale e poco avvezzo a lavare certi panni “tattici” in pubblico. Probabilmente la non-telefonata dopo Genova è stata prontamente recuperata. Giusto ieri, dopo le 16.45.
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