Peccato che il calcio sia bello poiché imprevedibile, per nulla banale e scontato, sempre in predicato di regalarci emozioni e di stupirci. Gettato nella mischia nel secondo tempo della prima di Campionato e schierato titolare in occasione della battaglia di scena al Camp Nou, partita dopo partita, Antonio era riuscito ad amalgamarsi alla perfezione nello scacchiere tattico di Allegri. E contro il Palermo, al rientro dalla prima vera e propria sosta della stagione, aveva trovato l’ebbrezza del primo gol in rossonero. Secondo il credo calcistico di Max, Nocerino avrebbe goduto della possibilità di inserirsi a più non posso, sfruttando al meglio le seconde palle fornite da Zlatan Ibrahimovic, oltre a interdire con continuità e diligenza. Antonio svolgeva le proprie mansioni con regolarità di profitto, mettendo in circolo grinta e solidità ed entrando di conseguenza nei cuori dei tifosi. E terminava la stagione realizzando la bellezza di 11 gol, tutti importanti e decisivi, in 48 incontri. Aveva costituito l’effettivo in più del Milan, sia per efficacia in fase di rottura, sia per incursioni.
Che dire, invece, di Flamini? Il francese era stato costretto ad assistere praticamente a tutta la stagione da spettatore non pagante, per via di un infortunio in cui era incappato in occasione del Trofeo Berlusconi, a una settimana dal teorico inizio del Campionato. A dirla tutta, Mathieu era uscito acciaccato anche da altri incontri amichevoli, ma lo staff medico non aveva dato importanza a tali acciacchi e l’aveva reso abile e arruolato. Peccato che il crac subito contro la Juventus, legamento crociato anteriore del ginocchio destro, ne abbia segnato l’annata. Proprio per colmare il suo vuoto, era stato comprato Nocerino, rivelazione stagionale. Flamini si era dovuto accontentare di spiccioli di partita contro l’Atalanta, per poi mettere a segno un apparentemente inutile gol contro il Novara, all’ultima di Serie A. Il suo destino, poiché in scadenza, sembrava infatti segnato. Ma dopo un tira e molla durato quasi un mese in cui Mathieu si allontanava sempre più dal Milan, le parti si erano riavvicinate. E Flamini avrebbe rinnovato per un altro anno, pur partendo come ultima scelta di Allegri, dietro a Nocerino, erede addirittura dello storico numero 8 di Rino Gattuso.
Ma come detto in precedenza, il calcio non smette mai di stupirci. Ecco allora come, a distanza di dodici mesi, la situazione si è capovolta. Nocerino, chiamato a ripetere una stagione di livello, ha iniziato a deludere le aspettative e a perdere posizoni nelle gerarchie. Quando chiamato in causa, nonostante i due gol contro Torino e Pescara, fino ad ora non ha mantenuto gli standard passati. Poche sono state le prestazioni convincenti, molte le partite caratterizzate da errori e mancanza di abilità nel fare filtro in mediana. E a oggi, sono quattro le partite consecutive a cui ha assistito dalla panchina. Sempre per scelta tecnica, mai per motivi fisici. E al termine del Campionato, una sua riconferma non è scontata. Diverse sono le compagini interessate alle sue prestazioni, tanto che il suo agente ha a più riprese fatto intendere che Antonio potrebbe abbandonare la truppa per via di un insufficiente utilizzo.
E per un Noce in difficoltà, allo stato attuale della situazione, si evidenzia un Flamini in crescita. Non come il Nocerino dello scorso anno, sia chiaro, ma pur sempre in crescita. Dopo una prima parte di stagione negativa, culminata da prestazioni contraddistinte da superficialità, Mathieu è tornato a lavorare con dedizione e tenacia. Nel 2013, il trend è cambiato, il mediano un tempo all’Arsenal è tornato il mastino di sempre. Non ha fatto mirabilie, ma grazie alle proprie doti da incontrista, è tornato a rendersi utile alla causa e a ricoprire un ruolo importante nello scacchiere tecnico. Non sempre è titolare, ma è di nuovo preso in considerazione. E mentre fino a dicembre un suo rinnovo appariva un’utopia, adesso il discorso è mutato. A patto che si trovi un accordo economico, tutto è possibile. Anche che Mathieu prosegua la sua avventura in rossonero. Mancano nove partite al termine della stagione del Diavolo, nulla è ancora deciso, né in termini di piazzamento finale, dal momento che si lotta per l’entrata in zona Champions, né in termini di riscatti e prolungamenti contrattuali. Tutto dipende infatti da queste ultime sfide. E’ lì che si decidono le sorti della squadra, è lì che si decide chi tenere e chi salutare. Sta allora ai diretti interessati, nonché a tutti gli elementi a disposizione di Allegri, disputare uno sprint finale di valore. Al fine di contribuire al raggiungimento dell’obiettivo stagionale e di meritarsi la riconferma.
This post was last modified on 26 Marzo 2013 - 21:25