L’incontro del Bentegodi si prospetta una battaglia. Il Chievo è reduce da due vittorie consecutive, tra le mura amiche, esprime il massimo. In merito, la vittoria contro il Napoli insegna. La compagine veneta si trova in quindicesima posizione, a trentacinque punti, ed è distante dieci lunghezze dalla zona retrocessione. Ciò nonostante, è determinata a salvarsi matematicamente il prima possibile. E di conseguenza, a ostacolare il nostro cammino. Per l’adempimento dell’impresa, Corini ha intenzione di schierare la propria squadra con un 5-3-2 mirato ad assicurare solidità e compattezza. I mediani avranno il compito di fare densità e di dedicarsi in particolar modo alla fase d’interdizione, applicando pressing alto a più non posso e inserendosi in occcasione di azioni di rimessa e verticalizzazioni per il centravanti mirate allo sfruttamento delle seconde palle. Per garantire equilibrio e copertura anche nel corso delle costanti azioni di spinta del laterale sinistro, il terzino destro sarà chiamato a rimanere bloccato, facendo in quell’occasione oscillare gli altri membri della difesa, momentaneamente divenuta a quattro. Sarà questo il copione a cui assisteremo oggi pomeriggio, con il Chievo che ci affronterà con aggressività, cercando di mantenere alti i ritmi e di colpirci mediante ripartenze successive a breaks a centrocampo.
Punti di forza: l’attacco e Dramé. Le punte, Thereau e Paloschi, ci sanno fare e sono compatibili tra loro. Il francese è il centravanti boa, capace di fare salire la squadra e creare spazi per le incursioni dei compagni e pericoloso di testa. L’attaccante di Montichiari, invece, fa dell’opportunismo e della rapidità le proprie armi migliori. Bisogna evitare di concedere loro occasioni. Dobbiamo allora reggere sia dal punto di vista fisico, sia da quello della concentrazione, anche perché il Chievo è solito correre alla follia e metterla sul piano atletico. Imbottiti di incontristi, i clivensi vorranno intasare la zona nevralgica del campo, cercando di spoetizzare Montolivo e di allargare il gioco sulla fascia sinistra, per usufruire delle galoppate di Dramé. Il senegalese si distingue per esplosività e abilità nella fase di spinta, sa saltare il dirimpettaio e crossare con precisione. Costituisce uno degli elementi cardine del Chievo, non va sottovalutato. Ma schierando Allegri il classico centrocampo composto da tre incontristi, con Montolivo nelle condizioni anche di creare gioco e gli esterni d’attacco incaricati di ripiegare con costanza, non ci saranno problemi ad arginare Dramé e aggiudicarsi lo scontro in mediana.
Punti deboli: la difesa e la mancanza di qualità. Il pacchetto arretrato clivense lascia spesso a desiderare. I centrali sono lottatori non in possesso di senso della posizione e del gioco. Sanno dire la loro limitatamente alla forza fisica, ma peccano anche in mobilità. Nemmeno l’esterno destro rappresenta un fulmine da guerra, tanto da risultare poco lucido in fase di spinta e difendere senza efficacia, concedendo voragini ed effettuando a stento la diagonale. Che dire, quando non coperti a dovere dal centrocampo, i difensori vanno in difficoltà con regolarità. Già, perché oltre a non essere formato da facitori di gioco, il centrocampo del Chievo non brilla nemmeno per fosforo. E così, con il trascorrere dei minuti, concederà spazi e ribaltamenti di fronte. Il fatto che la mediana di Corini sia incline alla fase di rottura non significa che sappia anche leggere l’azione e coprire a dovere la difesa. Ecco perché il Milan, giocando come sa e deve, si trova nelle condizioni di vincere.
Elemento chiave: Thereau. E’ lui il centro gravitazionale clivense. Dall’alto dei suoi 190 cm per 80 kg, si distingue dal punto di vista fisico ed è in grado di giocare di sponda, sapendosi imporre in merito alle sfere alte. Verticalizzando per lui nei momenti di difficoltà, il Chievo potrà respirare. E’ lui il fulcro della manovra offensiva, è grazie a lui che Paloschi riesce ad agire e che i centrocampisti si inseriscono. Va tenuto d’occhio. Detto ciò, bisogna rendere presente che l’elemento in questione difetta in mobilità e immediatezza di coordinazione. E non sempre è concreto sotto porta. Niente a che vedere, insomma, con Balotelli…