“Fino a tre anni fa ero un giocatore normale, – continua Boateng -, vivevo la mia vita commettendo degli errori e non ero un completo professionista ma poi ho capito cosa volevo, sono cresciuto e ho capito dove potevo veramente arrivare”: parole da leader, parole da top player, parole da numero 10 sulle spalle. Perchè adesso, con i gol che incominciano a ritornare come il sorriso sulle sue labbre e su quelle dei tifosi, tutto è più facile. Anche andare in campo e dimostrare chi è il vero Boateng. Fatto di corsa, muscoli e tanta qualità.
“In questo Paese molte persone lavorano dieci ore al giorno solo per pagarsi il biglietto allo stadio; è una cosa incredibile”, conclude Boateng. E’ in Italia da tre stagione, ma ha già le idee ben chiare.
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This post was last modified on 8 Marzo 2013 - 18:31