La Viareggio Cup non ha consegnato il primo posto alla Primavera del Milan di Aldo Dolcetti, ma ha garantito un futuro vincente e rossonero sia per la squadra che, soprattutto, per alcuni giovani giocatori in rampa di lancio. E’ stato un Torneo avvincente e sorprendente, giocato con il giusto spirito e con sudore ed impegno. Peccato l’aver alzato bandiera bianca sul più bello in finale, ma contro una squadra forte e superiore. Viareggio Cup 2013: TOP E FLOP.
SIMONE ANDREA GANZ – Capocannoniere assoluto del Torneo con 5 gol: all’Empoli e contro l’All Boys nel girone, contro lo Spezia nei quarti e col Parma, una doppietta, le realizzazioni più decisive e scenografiche, in semifinale. Nella finale contro l’Anderlecht, in un reparto che è riuscito a pungere davvero poco, è stato senza dubbio il più attivo, spronando dall’inizio alla fine, da vero capitano, i suoi compagni. E’ stato il suo Torneo. TOP
ISOKEN EZEKIEL HENTY – Non ha lasciato il segno nel giorno di Galliani, Allegri e Braida in tribuna allo stadio “Dei Pini” ad osservare lui e la Primavera. Nell’intera Viareggio Cup sono mancati i suoi guizzi, i suoi scatti: è sembrato essere quasi fuori condizione. Contro l’Anderlecht poche cose e fatte male, una giornata no. Dopo un Torneo con più ombre che luci, bentornato campionato. FLOP
FILIPPO LORA – E’ il veterano del gruppo, il più “anziano” insieme a Ganz. E in campo si è sempre visto. Cuore e grinta, con polmoni d’acciaio e sacrificio da vendere. E da invidiare. Pippo ha vinto il suo personale Torneo di lotta e corsa in mezzo al campo, dimostrando che con il cuore si può arrivare anche oltre a quello che i piedi possono permettere. Combattente. TOP
JOHAD FERRETTI – Troppo timoroso. Si è limitato al compitino e in questi casi, specie se parliamo di un esterno di fascia destra con licenza (se non obbligo) di offendere il voto non può essere sufficiente. Diversi minuti giocati, pochissimi con la cattiveria agonista necessaria. Una Viareggio Cup ancora più amara, uno sprone a fare meglio per il giovane terzino. FLOP
BRYAN CRISTANTE – In primo piano non mettiamo il gol contro il Newcastle ad inizio Torneo, nemmeno il premio “Golden Boy” ricevuto ieri in finale. Semplicemente Bryan Cristante. Un leader silenzioso, quelli che fanno subito colpo, quelli che non si accontentano mai e che capiscono i pregi e difetti propri e della squadra e, sempre in silenzio, li risolvono. Ha un rinnovo di contratto pronto da firmare, ma non è che l’inizio della sua ascesa, che dall’anno prossimo culminerà approdando stabilmente in Prima Squadra. Una scelta logica e giusta per un talento puro, forte fisicamente e con intuizioni geniali: due piedi, anche se preferisce il destro, che cantano da soli. Allegri e il Milan possono già sorridere. TOP
MARCO SPERANZA – Incubo Acheampong. Classe ’94 e già questo può esentarlo da diverse responsabilità. Dalla finale in particolar modo ha messo in mostra qualche suo “peccato”: lento e sofferente di fronte alla palese supremazia fisica degli avversari dell’Anderlecht. Di conseguenza, da buon difensore, in particolar modo nel calcio italiano, dovrà ancora affilare le proprie armi per combattere colpo su colpo ed uscire vincitore da attaccanti veloci e massicci. Dovrà sporcarsi un po’ le mani. FLOP