Ora, invece, gioca col Parma e con un tocco sfortunato ha aperto la strada ad una vittoria che, visto il primo tempo, era quantomeno difficile. Una squadra svogliata, poco propositiva, senza lume. Nel bene e nel male, è lo stopper argentino ad ergersi a protagonista dei primi 45′. In apertura il suo piattone a fil di palo spaventa il Milan, che ringrazia al 40′ per la misericordiosa deviazione che beffa Pavarini. Nel mezzo, solo e soltanto gialloblù. Più tonici, più presenti: insomma, più sul pezzo. Valdes taglia e cuce indisturbato, Sansone e Biabiany fanno il vuoto sulle fasce, Amauri pare Bierhoff sulle palle alte. Rispondere non sembra alla portata di questo Diavolo, “azzoppato” dalla scarsa forma di Muntari e dalla luna storta di Boateng. Per Balotelli storie tese con Coda, ma gli unici timidi spunti sgorgano dai suoi piedi. Troppo poco, comunque, per solleticare il Parma, apparentemente invulnerabile. O almeno, fino allo sciagurato autogol che lo punisce oltremodo.
La musica cambia nella ripresa. Col vantaggio in saccoccia è un altro Milan, che ora può scatenare negli spazi i suoi purosangue. Perfino Boateng rinsavisce e per poco non va a segno: a fil di palo il suo appoggio, armato da Balotelli. Già, SuperMario. Indolente, bistrattato, ma capace in ogni momento di illuminare. Gli basta un calcio da fermo: è quello che il Parma gli concede al 78′, trasformato con stordente classe. E’ il sigillo in ceralacca sul match, che premia il ritrovato vigore rossonero. Bojan (subentrato), Constant, Niang: brillano un po’ tutti, ma è Montolivo a prendersi gli applausi. Pavarini gli strozza l’urlo in gola dopo un fendente dai 30 metri, vetta estrema di un secondo tempo a livelli altissimi. Prima dell’epilogo, la rete a tempo scaduto di Sansone, premio (o beffa?) di consolazione ducale. E per il Milan, la 7 giorni d’inferno comincia col piede giusto.
This post was last modified on 16 Febbraio 2013 - 02:39