Meersseman: “Maldini e Cafù erano finiti, Milan Lab li ha salvati”

MeerssemanJean Pierre Meersseman è una delle persone più importanti all’interno dell’organigramma rossonero, medico di riferimento della società di via Turati. Come conferma il medico al The Guardian: “Oggi esamino i giocatori quando arrivano e quando vanno via. L’ultima firma quando un giocatore arriva al Milan è quella di Galliani. Quella prima è la mia. E quando vanno via è lo stesso, ma la decisione spesso viene presa in base a quello che emerge ai dati a nostra disposizione. Quante volte ho visto un giocatore andare via e giocare meglio? Non mi viene in mente nessuno, diversi hanno giocato peggio“.

Fino a 3 anni fa Meersseman era anche al centro del progetto Milan Lab, progetto che mano a mano ha avuto grossi tagli: “Hanno fermato il progetto Milan Lab tre anni fa. È ancora applicato nel settore atletico ma non in quello medico. E abbiamo avuto più infortuni negli ultimi due anni che negli otto precedenti. Perché è stato fermato? Quando le cose vanno bene, a volte si crede di poter cominciare a tagliare alcune cose. Per esempio facevo mangiare carboidrati ai giocatori venti minuti prima della partita. In Italia questo significava spaghetti. Un cuoco entrava nello spogliatoio, era una seccatura ma funzionava. Poi l’hanno tagliato, hanno tagliato qui e là, e all’improvviso non funziona più“.

Meersseman racconta anche dei numerosi giocatori passati sotto la sua ala: “Maldini era considerato finito a 32 anni ed è andato avanti a giocare per altri nove anni. E ricordo che quando è arrivato Cafu qualcuno, non dirò chi, mi ha chiamato e ha detto che sapeva per certo che era finito. Ha giocato altri quattro anni ad altissimi livelli“. Su Beckham e Seedorf ci sono parecchi ricordi: “Beckham è una delle persone più interessanti che io abbia mai incontrato. Quando è arrivato al Milan ha tenuto un profilo basso, ma era sempre molto rispettoso, sempre il primo arrivare agli allenamenti e l’ultimo ad andare via. Conosceva tutti per nome, anche le donne delle pulizie. Aveva una bella parola per tutti. Non si poteva non volergli bene. Quando Seedorf è venuto da me aveva dolori al pube da circa un anno e mezzo. Non poteva allenarsi normalmente. Il primo giorno che era al Milan gli ho fatto togliere il dente del giudizio: il dolore è scomparso immediatamente e questo l’ha aiutato a ricostruire la sua carriera. Quest’approccio non è accettato dalla medicina ma non me ne frega nulla. L’ho visto funzionare. Al Milan abbiamo fatto più di un milione di test. E i nostri matematici ed ingegneri hanno sviluppato una formula che ha alte probabilità di prevedere e gestire gli infortuni“.

Uno dei pochi casi sfortunati della sua gestione è stato Redondo: “Con Redondo abbiamo fatto tutti gli esami medici quando ha firmato, e sto parlando di dieci-dodici specialisti, dalla testa ai piedi. Era in condizioni perfette. E poi mentre era sul tapis roulant si è stirato un muscolo. Non ho mai sentito che fosse capitato a qualcun altro. Non è mai tornato veramente“.

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