Ne consegue che la linea mediana “operaia” utilizzata ieri da Allegri non ha pagato. Flamini a parte, il francese è infatti in un gran momento di forma, il centrocampo non è riuscito a proporre inserimenti di alcun tipo, nessuna adeguata assistenza al trio di attacco, né tiri in porta degni di nota. Insomma, tutto ciò che finora aveva garantito quella compattezza tra i reparti che aveva consentito ai rossoneri una prodigiosa risalita in classifica.
In altre parole, è pesata come un macigno l’assenza di Riccardo Montolivo. Il centrocampista della Nazionale, infatti, è l’unico calciatore nella rosa di Allegri in grado di dare le giuste geometrie al centrocampo, capace di far ripartire la squadra con più lucidità e fungere così da collante tra reparto difensivo e offensivo, nonché di valorizzare la rapidità di El Shaarawy e Niang.
Tutte caratteristiche che non sono nelle corde di Flamini, Muntari e tantomeno Ambrosini. Se il francese è abile negli inserimenti, il ghanese ha buone qualità balistiche e il capitano tanto movimento, nessuno dei tre riesce a coniugare le grandi doti tecniche, la precisione nei lanci lunghi, la visione di gioco e il micidiale tiro da fuori dell’ex viola. È per questi motivi che Monto, in un centrocampo operaio come quello rossonero, rappresenta quel tocco di estro che non deve mai mancare in mezzo al campo per rendere armonioso l’intero meccanismo.
E lo si è chiaramente intravisto nel match di ieri. Senza il numero 18, infatti, il centrocampo ha funzionato male, la manovra è sembrata lenta e macchinosa e mai c’è stata una verticalizzazione illuminante per gli attaccanti. Ne ha ovviamente risentito il gioco dell’intera squadra, che, mai come ieri, è apparsa in deficit di brillantezza in questo 2013. Insomma, dopo la trasferta sarda, difficilmente si potrà negare l’importanza di Montolivo in mezzo al campo, in quanto stentiamo a individuare, a livello tattico, un altro giocatore di livello in tutta la rosa rossonera.
This post was last modified on 12 Febbraio 2013 - 09:33