Eppure la stagione del difensore classe 1981 era cominciata bene. Nelle nove presenze in campionato e nelle quattro in Champions League, Bonera aveva messo a disposizione la sua esperienza al servizio della squadra, garantendo una certa sicurezza al pacchetto arretrato, in balia, nei primi mesi della stagione, di un andamento negativo. Le performance dell’ex parmense non erano solo componenti di una piccola parentesi, ma il segnale della maturazione di oltre sei anni di Milan. Giocare accanto a mostri come Thiago Silva e Alessandro Nesta giova a chiunque, ma costringe giocoforza a tanta panchina, sollecitando un surplus di sforzi per conquistare una maglia da titolare.
Oggi Bonera ritrova un Milan diverso da quello che aveva lasciato sotto i colpi della Fiorentina. Non c’è più Pato, che col suo errore dal dischetto aveva pregiudicato la gara contro i viola. C’è Balotelli. Ma soprattutto c’è un gruppo più motivato e con maggiore entusiasmo. Gli ingredienti giusti per riprendersi il posto al centro della difesa, dopo anni di sacrifici. Per non parlare della fascia di capitano già indossata quest’anno: uno dei momenti più esaltanti della carriera del centrale rossonero.
This post was last modified on 3 Febbraio 2013 - 18:26