Mancano poco più di 48 ore a Milan-Barcellona, ma il countdown di certe sfide parte molto prima. Massimiliano Allegri nelle sue ultime interviste ha tentato di dividere equamente l’attenzione di tutti tra Champions e campionato, perché gli obiettivi rossoneri sono chiari da inizio stagione: piazzarsi minimo al terzo posto e andare quanto più possibile avanti in Europa. Quando però sai di trovarti di fronte lo spauracchio Barça, con al seguito Messi e compagnia bella, dirottare i pensieri lontano dal giorno in cui li affronterai diventa impossibile.
Inutile prendersela con il destino che ha sorteggiato nuovamente gli “invincibili”, piuttosto, Allegri & Co. dovranno creare un qualunque stratagemma che possa arginare la furia blaugrana e bloccare l’avanzata dell’armata vincente. Per molti, anzi, forse per tutti, sconfiggere il Barcellona è solo una mira utopistica, forse anche un tantino arrogante. Ma è davvero così improponibile per il Milan sperare di superare il turno?
I numeri in attivo del Barcellona fanno paura: 115 gol in 39 partite, in Liga i catalani hanno fatto 65 punti su 72 disponibili (21 vinte, 2 pareggiate e 1 persa), con un bilancio di 80 reti segnate in 27 partite. La difesa, però, non è affatto una muraglia: i blaugrana hanno subìto 42 gol in 39 partite (media di 1,07), di cui 17 in casa e 25 fuori. Non solo, la porta di Valdes (e Pinto in Copa del Rey) non resta inviolata dal 10 gennaio, quando il Barça sconfisse il Cordoba per 5-0 al Camp Nou negli ottavi della coppa nazionale.
Anche il Barcellona, quindi, ha un tallone d’Achille: concede almeno 2-3 occasioni a partita, visto che la difesa con Piquè, Puyol e Mascherano non riesce a mantenere sempre solidità e compattezza, e Jordi Alba, l’unica novità rispetto all’anno scorso, concentra tutte le sue doti (notevoli, anche) nella fase offensiva.
La percentuale di possibilità che ha il Milan di passare il turno, quindi, dipende dalle chances che riuscirà a creare, e dall’efficienza della sua retroguardia, che in un modo o nell’altro dovrà tentare di limitare i danni. Tutti hanno un punto debole, e gli almanacchi del calcio sono pieni di “favoriti” che hanno dovuto cedere il passo agli avversari. Mai dire mai…