E’ una legge non scritta del calcio mettere gli allenatori sulla graticola quando i risultati si fanno attendere. E’ ancor meno scritto farlo quando i risultati ci sono. Ne sanno qualcosa in casa Milan, dove mai come quest’anno Massimiliano Allegri è rimasto con la valigia con mano. E probabilmente l’ha posata solo da qualche settimana per riprenderla a giugno.
L’ultima frase di Silvio Berlusconi sul suo allenatore (“No el capisse un c….”) ha tradito ancora una volta i sospetti di un feeling che si è rotto da tempo, sempre che sia mai stato idilliaco. E al di là della solita smentita (“Stavo scherzando, poi i giornali…“), anche Allegri ha scelto il profilo basso, quanto signorile, di astenersi dal commentare. Sembra davvero il gioco tra due sposati che stanno aspettando le pratiche legali per poter ufficializzare il divorzio. Adriano Galliani, dal canto suo, giura che l’allenatore livornese resterà sulla panchina rossonera anche il prossimo anno. Ma quello dell’amministratore delegato sembra più il delicato ruolo di “pompiere” per buttare acqua sul fuoco ormai acceso.
E’ difficile fare pronostici, soprattutto oggi che la squadra sembra aver trovato una quadratura e, di conseguenza, le quotazioni di Allegri dovrebbero essere in ascesa. Eppure i nomi di potenziali successori si alternano ogni giorno. Tuttavia, sembra una situazione davvero paradossale perchè punzecchiare settimanalmente il proprio tecnico non è esattamente il miglior modo per metterlo in condizione di lavorare serenamente. Ne sapeva qualcosa Alberto Zaccheroni, sacrificato anche lui dopo uno scudetto in bacheca. Ne sapeva anche Carlo Ancelotti, che ha sempre avuto i risultati dalla sua parte. Staremo a vedere. Ma se questo Milan dovesse ottenere risultati importanti (vedi il terzo posto), dovremo tenere conto che il grado di difficoltà della stagione è stato sempre più elevato, visto che ad alzare l’asticella ci hanno pensato anche dall’interno. Anche con un Balotelli in più.