Giocano al Milan, li osserva la Nazionale e li chiama Prandelli. Nell’intervista odierna rilasciata alla Gazzetta dello Sport il ct azzurro si è soffermato sul momento e le prestazioni di tantissimi giovani, qualcuno anche rossonero. Per esempio De Sciglio: “Ha confermato di essere un ragazzo di grande prospettiva, buono per due fasce”.
Prandelli poi difende El Shaarawy e ribadisce le buone cose che secondo lui, a differenza di molti, ha fatto nelle prime apparizioni con la Nazionale maggiore: “Ricordo i commenti dopo il suo esordio contro l’Inghilterra. Molti lo criticarono. Io invece vidi la corsa di un giocatore vero, che lottò con generosità per la squadra.Gli consigliai di dare il massimo al Milan e che sicuramente ci saremmo rivisti. Non avevo bisogno che segnasse 14 gol. Mi bastava quello che avevo visto. Quante seconde punte segnano 14 gol?”.
Non è (ancora) rossonero ma ci sono gli indizi giusti che lo possa diventare presto, un talento che fa sempre discutere ma non deve andare sprecato: Mario Balotelli. “Abbiamo parlato per telefono, gli ho dato consigli personali, che restano tra noi. La situazione calcistica è chiara: è fermo ai gol di giugno alla Germania. Siamo quasi a febbraio. Chi ricorda una bella giocata da allora? La speranza è sempre la stessa: che Mario decida di investire finalmente su di sé, che dica una buona volta: okay, ora divento il più forte del mondo, che metta in cantina il personaggio e lasci parlare solo il calciatore. Io ci credo sempre. Per nessuna ragione un allenatore può permettersi di mollare tanto talento. Non esiste un allenatore che più di Mancini meriti la riconoscenza di Mario. Lo ha voluto, difeso. Mario deve fare ciò che gli chiede Roberto. Il Milan? Non mi riguarda. Con noi non ha mai sgarrato. Sempre l’ultimo a presentarsi all’allenamento, ma mai in ritardo. Sempre sul filo. Rispetto a Mancini ho il vantaggio di averlo per periodi brevi… Ma all’Europeo è stato impeccabile”.