I fuoriclasse non stanno di casa solo dalla mediana in poi. Il popolo rossonero ne sa qualcosa, visto che la perdita di Thiago Silva rappresenta ancora una ferita aperta. E chissà quando si rimarginerà. Anzi, una prospettiva c’è. Succederà nel momento in cui un giovane difensore si accaserà al Milan e, proprio come fece il brasiliano, si ritaglierà il ruolo di centrale ambito a livello internazionale. Tutto questo per ribadire che un vero colpo è lecito attenderselo per la difesa. Anche se qualche sicurezza in più il 2013 l’ha portata.
Ribadito ormai che a giugno servirà affrontare il problema della porta, sacrificando uno tra Christian Abbiati e Marco Amelia, relegando chi resterà al ruolo di dodicesimo e lasciando spazio ad un guardiano con maggiori prospettive. A proposito: ma nessuno ha mai pensato seriamente a Federico Marchetti quando era fuori rosa nel Cagliari? Discorso portieri a parte, è nel cuore della difesa che dovrà accadere qualcosa. Philippe Mexes, quando non accusa cali di tensione, è ancora il più affidabile degli elementi a disposizione di Massimiliano Allegri. Cristian Zapata cresce e pian piano sta rimettendo in mostra le doti viste qualche anno fa all’Udinese. Mario Yepes resta un giocatore in grado di offrire esperienza. Così come Daniele Bonera. Chi non ha convinto è Francesco Acerbi, passato da una meravigliosa stagione al Chievo ad una balbettante intepretazione del ruolo in casa rossonera. Ricorda un po’ la parabola di Nicola Legrottaglie nel 2003: conteso da Roma e Juventus, si accasò a Torino dove giocò una stagione decisamente al di sotto delle attese. L’augurio è che anche Acerbi possa poi riprendere un filo positivo come fece Legrottaglie negli anni successivi. Staremo a vedere. Il problema, però, è che oggi si dovrebbe tornare sul mercato per sostituire quello che paradossalmente è stato uno dei pochi colpi della scorsa estate.
Il nome più gettonato è quello di Bartosz Salamon del Brescia. Classe 1991, polacco, lanciato da Zdenek Zeman, ha tutto quel che cerca il nuovo Milan. Chissà che con un investimento basso (4 milioni di euro) non si possa trovare una certezza in più. Con buona pace di chi sogna (legittimamente) top-player. Anche Thiago non lo era. Ma lo è diventato. I soldi in mano ad Adriano Galliani non sono tantissimi, ma si possono spendere bene.