Testa sulle spalle e cuore nelle gambe: è questo l’inicipit di Andrea Petagna prima di ogni partita. Dare tutto come se ci si dovesse giocare sempre una finale di Coppa. E così anche dall’altra parte del continente, lontano dalla sua Primavera rossonera, il giocatore classe ’95 ha sfoderato anche oggi una prestazione al di sopra della media nella vittoria della Nazionale Under18 contro la Bielorussia. Rimasto a guardare la partita dalla panchina per il primo tempo, nella ripresa il bomber rossonero è entrato cambiando, insiame al compagno Cristante, le sorti della gara.
E il giorno dopo il gol decisivo nella vittoria inaugurale, Petagna ha concesso un’intervista alla Gazzetta dello Sport prima di disputare la gara che vi abbiamo descritto: “Sto vivendo un’esperienza davvero bellissima, era tanto che non ricevevo chiamate in Nazionale e segnare è stata una grande gioia. Son soddisfatto in generale della mia prestazione. Il premio di uomo partita è stata la ciliegina sulla torta del mio rientro nel gruppo azzurro. Lo stop in Nazionale era dovuto a motivi disciplinari? Sto crescendo, ora sono più maturo. Per arrivare a certi livelli bisogna avere la testa sulle spalle, se non capisci questo non sarei mai un calciatore professionista”.
“Un gol segnato nel Milan, -continua l’attaccante numero 9-, regala sempre qualche emozioni in più… Scherzi a parte, ogni rete porta con un sé un significato e una gioia: con la maglia dell’Italia, adesso che ho riconquistato la fiducia in azzurro, i gol me li godo molto di più. Il mio modello? Ibrahimovic: se penso a quando lo vedevo a Milanello, come ne studiavo i movimenti per diventare come lui”.
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