E allora Galliani ha scelto proprio l’uomo giusto: “Però per sviluppare il progetto è basilare che rimanga alla guida di questa squadra Allegri, perché è un allenatore che insegna, che ha pazienza. Si è calato bene nella nuova mentalità del club. Se i ragazzi stanno migliorando, è merito suo”. Sugli obiettivi stagionali e la qualità della rosa: “Abbiamo fatto meno rispetto alle nostre potenzialità. Il problema è che il Milan si è giocato tutti i jolly a inizio campionato e ora non può più sbagliare. Non ci sono altri margini di errore, se vogliamo quel benedetto terzo posto. La strada è lunga, ma l’obiettivo è raggiungibile. E a marzo vedrete che saremo fra le prime cinque”. Fiducia che deriva dal Presidente? “Mi ha colpito molto la serenità che trasmette e la fiducia che ha in noi. Ci ha detto di pensare a fare ciò che ci chiede l’allenatore. E a me ovviamente ha detto di fare gioco. Cosa che d’altra parte mi chiede anche Allegri: vuole che mi concentri di più su cambi di gioco e verticalizzazioni. Ma sempre facendo la doppia fase ovviamente“.
Sulla sfida di Champions con il Barcellona: “Un pezzetto di testa ogni giorno vola a quella doppia sfida. Affascinante e preoccupante allo stesso tempo. Servirà una gara perfetta da parte nostra e non buona da parte loro. Sono favoriti, ovvio, ma non sono partite già segnate”. Gara senza Pato, partito con tanti rimpianti per il Brasile: “Spiace che non ci sia più perché è tecnicamente indiscutibile, ma si è fatta la volontà di entrambe le parti”. Diverso invece il discorso per l’altro brasiliano con la saudade: “Robinho è il giocatore con più qualità di tutta la rosa. Se sarà concentrato al 100% può essere l’uomo della seconda parte di stagione, quello che con la testa giusta ci farà svoltare”. Ancora sui singoli, Boateng: “Dopo i fatti di Busto Arsizio ha passato alcuni giorni fra il deluso e l’arrabbiato. Ora è sereno. La sua decisione di quel giorno è stata istintiva ma comprensibile. Io ero in panchina con Ambrosini e stavamo approntando qualcosa di simile prima ancora che lo facesse Prince. Per me Pro Patria-Milan o Barcellona-Milan è uguale: ma a interrompere devono essere gli organi preposti e l’arbitro”.
Per quanto riguarda il mercato e l’uomo mercato Mario Balotelli: “L’ho conosciuto in Nazionale. E’ un po’ egocentrico ma l’ho visto sempre comportarsi bene. Non è un cattivo ragazzo. Certo, fuori dal campo esagera e ormai è difficile che cambi, però preferisco averlo come compagno che avversario. La società sa benissimo quali opportunità sfruttare. E spero lo farà. Che cosa serve? L’ideale potrebbe essere un giocatore per reparto, ma la cosa importante è che siano arrivi di qualità“.
Chisura con qualche considerazione su di sè: “Sto migliorando in fase di copertura. Non ho paura di sacrificarmi, e il mio sacrificio serve per dare equilibrio. Io – continua – non sono un girovago. Spero di restare in rossonero molti anni“. E poi, assicura: “Se i nostri giovani maturano tutti come El Shaarawy e De Sciglio, ci mettiamo di meno di 3 anni per tornare a vincere”.
This post was last modified on 17 Gennaio 2013 - 14:00