In questo periodo tutti i giornali e tutti i media si occupano di mercato, tutti scrivono di trattative, sogni e possibilità. Kakà, Balotelli, lo scambio Mesbah-Zaccardo, la cessione di Acerbi. Sono giorni concitati in casa rossonera. Fino a giovedì prossimo, giorno in cui gennaio lascerà il posto a febbraio e con lui si chiuderà la finestra invernale del calcio mercato, può ancora succedere di tutto e l’argomento che andrà per la maggiore sarà sempre quello. Intanto il Milan sta andando avanti con chi è in rosa e c’è chi, sembra caricarsi con tutte queste voci di mercato. Le voci che vorrebbero in rossonero Drogba e Balotelli, potrebbero non fargli piacere, potrebbero farlo sentire sulla graticola, ma Giampaolo Pazzini, da quando queste voci sono iniziate a circolare, ha cominciato a segnare a raffica.
Da quando a fine estate ci fu il clamoroso scambio con Cassano, si è spesso discusso su chi delle due milanesi ne avesse guadagnato. Pronti-via e il Pazzo ne fa tre al Bologna alla prima da titolare: fa vincere un Milan tutto sommato bruttino e tutti a dire: “Ecco l’uomo che risolverà le partite, quello dai gol sporchi”. Impiegherà due mesi per segnarne un altro, inutile, al Chievo. “Abbiamo preparato la stagione in un modo, poi è arrivato Pazzini…”, disse Allegri. Così il Pazzo finisce quasi sempre in panchina, ma l’addio di Pato e i falsi 9 Boateng e Bojan che non funzionano, gli rispalancano le porte del campo. E lui ci sguazza, segnando al Siena il rigore della tranquillità e al Bologna una doppietta finalmente decisiva. Con tanto di sombrero a un avversario in area. Non più gol sporchi o dal dischetto, ma anche uno bello, decisamente bello. E così arriva a 10 reti e 10 sono anche le presenze da titolare.
Cosa non da poco, cosa da attaccante vero. Insieme ad El Shaarawy, l’ex Samp, costituisce la coppia più prolifica della Serie A. Ogni volta che segna la sua V sotto gli occhi sembra dire a tutti: “Avete visto? Ho segnato io, di nuovo, ancora io”. Quella V in questo momento potrà a molti suonare come la più classica V di vendetta. Una vendetta ancora da consumare totalmente, una vendetta contro chi lo ha criticato in tutti questi mesi, una vendetta su chi ha detto ripetutamente che l’Inter avesse fatto l’affarone. In questo momento Pazzini ha fatto il doppio dei gol del suo amico/nemico Cassano e scegliere chi fra le due milanesi ci ha guadagnato, ora, non è più così semplice.
Intanto, il Pazzo sta iniziando a mettere d’accordo i milanisti sbrigando con costanza quello che è sempre stato il suo lavoro: fare i gol. Certo, non è Ibrahimovic, e forse all’inizio la nostalgia dello svedese ha influenzato l’esigente pubblico di San Siro, che molto spesso ha mugugnato e fischiato di fronte alle prestazioni del nuovo centravanti. Ma contro le piccole (Bologna, Siena, Torino), l’attaccante azzurro non sbaglia un colpo. Del resto che fosse una punta prolifica e che, se ben assistito i gol li sa fare, lo aveva già dimostrato in blucerchiato e nella prima stagione in nerazzurro. Ora lo sta continuando a dimostrare al Diavolo. E speriamo che sia solo l’inizio.