Pato e Robinho sono al passo d’addio, altri ancora non rientrano nei piani di tecnico e società ed andranno via. Fino a questo momento le uniche certezze della sessione invernale di mercato che si è appena aperta, in casa Milan, sono queste. Come in estate e ancor prima, quando si conoscevano le intenzioni sul mancato rinnovo di tutti i ‘senatori’, i tifosi rossoneri sono costretti a salutare campioni che hanno amato ed ammirato. Ma, un po’ tutti, sperano che non si ripeti del tutto la storia ed il film già visto qualche mese fa. Anche se, in effetti, la paura è tanta. La paura di vedere ancora una volta ed ulteriormente (per quanto fosse ancora possibile) la squadra indebolita affolla la mente dei pensieri dei sostenitori del Diavolo.
In effetti, fin qui, si sono fatti tanti nomi e si sono alimentati tanti sogni ma nessuno ancora ci ha detto niente. Nessuno dall’alto dei vertici societari ci ha parlato di idee o ci ha orientato verso alcuni nomi. La mancanza di un progetto chiaro e ben preciso potrebbe paventare altre scelte sbagliate e confuse come quelle fatte qualche mese fa. Si parla di rinnovamento e di una squadra che deve costruirsi mattone dopo mattone per poi raggiungere, magari fra un paio di anni, i livelli che tutti si aspettano dal Milan ed allora che senso avrebbe Drogba? Si parla di ridimensionamento dal punto di vista di contratti ed allora prendere Balotelli sarebbe un controsenso o no? Magari sono due nomi che stuzzicano e non poco le fantasie dei tifosi rossoneri ma allora perché si è sacrificato Thiago Silva per sguarnire in quel modo una terza linea già orfana di Nesta.
Ora, premettendo che è ancora troppo presto per stilare tabelle e sparare sentenze e che sarebbe meglio aspettare la fine di questo mese che è appena iniziato, suscita ancora molti dubbi la gestione Pato. Sul Papero sono stati fatti ripetuti errori che sono almeno strettamente proporzionali a quelli fatti dal giocatore. Pensare che il giocatore un paio di anni fa valeva 40 milioni di euro, l’anno scorso di questi tempi più di trenta ed ora lo si sta vendendo per appena quindici, fa un po’ (tanta) rabbia. Pensare che poi da lì in poi l’attaccante abbia fatto solo una manciata di apparizioni in un anno e che quei soldi ricavati dalla sua cessione si stavano reinvestendo su Tevez e, magari, sarebbero serviti a non cedere Thiago ed Ibra, fa letteralmente rabbrividire.
Ora c’è la possibilità di ritornare a scrivere capitoli importanti per il futuro del Milan e la penna la si ha in mano. L’importante è agire con cura, con attenzione e non fare errori. La classifica impone delle scelte mirate e il margine di errore, dopo la prima parte sciagurata di stagione, è inesistente. Se il sorteggio sfortunato di Champions non lascia scampo ai rossoneri per quel che riguarda il cammino in Europa, in campionato non siamo ancora ad un giro di boa e tre o quattro mosse azzeccate in sede di acquisti, potrebbero far pensare al terzo posto non solo come un’utopica illusione. Ma servono idee, progetto e voglia di agire davvero per il bene del Milan. Siamo sicuri che tutto ciò ci sia?
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