Se giocherà o no ancora non è dato saperlo, ma se giocherà lo farà nel suo “nuovo” (vecchio) ruolo. Ormai sembra chiaro che il tecnico livornese ha deciso di arretralo di qualche metro e di riproporlo nella posizione in cui giocava appena arrivò a Milano. Da mezzala, da distruttore di gioco, da uomo utile negli inserimenti, Infondo, parliamoci chiaro, il numero dieci, il trequartista è un’altra cosa. Senza Ibra che ti manda in porta, c’è bisogno di piedi sopraffini e Seedorf e Rui Costa erano un’altra cosa.
Da centrocampista il ghanese non si sente addosso la responsabilità della giocata, è meno obbligato a prendersi la squadra sulle spalle e può trovare più semplicemente la giocata facile. Sempre a patto che si immedesimi bene nella mentalità della mezzala. Cosa che è successa nella sfida di Coppa Italia contro la Juventus, ma è successa molto meno nella gara contro la Samp. Se Kevin Prince diventa un corpo estraneo alla squadra, allora son dolori. Si rischia di giocare un uomo in meno e questo in Serie A non se lo può permettere nessuno. D’altronde la differenza si può fare anche cercando di essere semplicemente quello che per un anno e mezzo era diventato l’idolo dei tifosi rossoneri.
This post was last modified on 20 Gennaio 2013 - 12:44