La rabbia di Allegri e Ambrosini: “Non si poteva continuare, dovevamo dare un segnale”

allegri-ambrosini1Tanta amarezza, molta rabbia, e un po’ di vergogna, nel constatare che c’è qualcosa che non cambia mai. Passano gli anni, ma certi luoghi comuni restano sempre ancorati a menti bacate e prive di intelligenza e sensibilità. Cervelli primitivi, che faticano ad evolversi e ad aprirsi alle particolarità che, in fondo, ci differenziano esteriormente ma che ci rendono comunque tutti uomini uguali. 

Il Milan, però, ha lanciato un messaggio importante, quello di non piegarsi all’ignoranza di pochi, rifiutandosi di continuare la gara contro la Pro Patria dopo che Boateng, Niang e Muntari sono stati colpiti da insulti razzisti. Uno dopo l’altro, i giocatori hanno lasciato il campo, in segno di solidarietà verso i propri compagni.

Massimiliano Allegri ha commentato così ai microfoni di SkySport24: “Siamo amareggiati per quello che è successo ma credo che abbiamo preso la giusta decisione, per rispetto dei nostri giocatori e di tutti gli altri che vivono la stessa situazione. Il nostro deve diventare un Paese più intelligente, maturo e civile. Ci dispiace per i bambini e tutti quelli che erano oggi educatamente allo stadio, e per i giocatori della Pro Patria, ma non potevamo fare altrimenti. Promettiamo di tornare qui in futuro per giocare di nuovo. Speriamo di aver dato un segnale importante.  Ci scusiamo ancora e speriamo che non accada più nulla di tutto ciò”.

Anche il capitano, Massimo Ambrosini, ha detto la sua sull’episodio: “Il Milan si impegna a tornare qui il prima possibile per fare una partita e permettere ai tanti bambini che c’erano qui di vederci, perché una città come Busto Arsizio lo merita. Ma bisognava dare un segnale, non c’erano le condizioni per proseguire una gara amichevole in questo modo. Mi spiace per la stragrande maggioranza del pubblico presente che non c’entra nulla con tutto questo”.

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