10 anni di giovanili nell’Atalanta, la prima con i “grandi” bergamaschi in Serie B l’11 settembre 2003, l’esordio in Serie A il 12 settembre 2004 contro il Lecce (2-2). Una gioia personale che però al termine dell’annata significò retrocessione per la squadra allenata da Mandorlini. Dal 2005 ecco la Fiorentina (la parentesi più lunga) che lo acquista in compartecipazione per 3,5 milioni di euro e poi lo riscatta nel 2006 per altri 2 milioni. Con la maglia viola realizza 219 presenze e 17 gol fino all’estate 2012, raggiungendo anche una semifinale di Coppa Uefa e diverse qualificazioni in Champions League. Poi l’addio tra le polemiche, le incomprensioni con la dirigenza e l’approdo al Milan a parametro zero.
In rossonero, dopo un mercato fatto soprattutto di smantellamenti e cessioni, si prende subito in spalla la giovane rosa e il 25 novembre, a sorpresa, indossa la fascia da capitano a San Siro contro la Juventus, conducendo il Diavolo alla vittoria per 1 a 0 nel successo più prezioso e significativo conquistato dal Milan da inizio anno. Attualmente è secondo solo ad El Shaarawy, in campionato, come minuti giocati, ben 1510, e ha segnato 2 reti contro Palermo e Chievo. E’ in pianta stabile in Nazionale dal 2007 e nell’Europeo 2012 appena trascorso è stato uno degli attori principali della cavalcata azzurra conclusasi solo in finale contro lo Spagna.
L’etichetta di “eterna promessa” sul campo è stata da tempo cancellata. Nessun “Dormolivo” o “Mortolivo”: nessuna ironia. La constatazione invece che Montolivo, nel giorno del suo 28esimo compleanno, ha fin qui vissuto una carriera da protagonista, con lo striscione del traguardo ancora lontano. Sperando possa arrivarci da rossonero, lui, uno dei pochi capaci di insegnare comportamenti e atteggiamenti, non solo calcistici, ai più “piccoli”. Di sicuro merita di essere definito un leader silenzioso, un uomo di valori veri e classe sopraffina. Un Montolivo da Milan. Auguri Riccardo!
This post was last modified on 18 Gennaio 2013 - 16:38