Dal trucco del tesserino alla fascia da capitano: i 28 anni di Montolivo

montolivo_mediumE’ nato a Caravaggio, un paese tra Bergamo e Milano, il 18 gennaio 1985 e ha sempre indossato la maglia numero 18, come il suo giorno di nascita. Proprio nella squadra lombarda, che racconta le sue origini, giocava suo fratello: da quel momento è nata la passione per il calcio, spinta e tifata dal papà e supportata dalla mamma (grazie alla quale possiede il passaporto tedesco). Un anno e mezzo di Caravaggio che rappresentarono un fondamentale punto di partenza… con un trucco: i dirigenti biancorossi, ai tempi, infatti, falsificarono il suo tesserino per consentirgli di giocare nelle categorie superiori. Lui, classe ’85, che scendeva in campo con quelli dell’83 e proprio per questo motivo venne definito “bravo ma piccolo fisicamente” dagli osservatori dell’Atalanta che, scoperto il “meccanismo”, decisero comunque di acquistarlo quando aveva 8 anni.

10 anni di giovanili nell’Atalanta, la prima con i “grandi” bergamaschi in Serie B l’11 settembre 2003, l’esordio in Serie A il 12 settembre 2004 contro il Lecce (2-2). Una gioia personale che però al termine dell’annata significò retrocessione per la squadra allenata da Mandorlini. Dal 2005 ecco la Fiorentina (la parentesi più lunga) che lo acquista in compartecipazione per 3,5 milioni di euro e poi lo riscatta nel 2006 per altri 2 milioni. Con la maglia viola realizza 219 presenze e 17 gol fino all’estate 2012, raggiungendo anche una semifinale di Coppa Uefa e diverse qualificazioni in Champions League. Poi l’addio tra le polemiche, le incomprensioni con la dirigenza e l’approdo al Milan a parametro zero.

In rossonero, dopo un mercato fatto soprattutto di smantellamenti e cessioni, si prende subito in spalla la giovane rosa e il 25 novembre, a sorpresa, indossa la fascia da capitano a San Siro contro la Juventus, conducendo il Diavolo alla vittoria per 1 a 0 nel successo più prezioso e significativo conquistato dal Milan da inizio anno. Attualmente è secondo solo ad El Shaarawy, in campionato, come minuti giocati, ben 1510, e ha segnato 2 reti contro Palermo e Chievo. E’ in pianta stabile in Nazionale dal 2007 e nell’Europeo 2012 appena trascorso è stato uno degli attori principali della cavalcata azzurra conclusasi solo in finale contro lo Spagna.

L’etichetta di “eterna promessa” sul campo è stata da tempo cancellata. Nessun “Dormolivo” o “Mortolivo”: nessuna ironia. La constatazione invece che Montolivo, nel giorno del suo 28esimo compleanno, ha fin qui vissuto una carriera da protagonista, con lo striscione del traguardo ancora lontano. Sperando possa arrivarci da rossonero, lui, uno dei pochi capaci di insegnare comportamenti e atteggiamenti, non solo calcistici, ai più “piccoli”. Di sicuro merita di essere definito un leader silenzioso, un uomo di valori veri e classe sopraffina. Un Montolivo da Milan. Auguri Riccardo!

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