Altro incontro ostico per il Milan, oggi pomeriggio chiamato a ospitare un Bologna proveniente da uno schiacciante successo in campionato e da una sconfitta ai supplementari contro l’Inter. La compagine allenata da Pioli, al momento quattordicesima in classifica, sta attraversando un periodo positivo. Punti di forza dei felsinei sono l’estro Diamanti, in possesso di fosforo e di un bagaglio tecnico di tutto rispetto e specialista dei calci piazzati, e il dinamismo di Panagotis Koné, incline all’interdizione e all’inserimento. Ma non finisce qui. Il Bologna può contare anche su Manolo Gabbiadini, attaccante classe ’91 in grado di distinguersi per fisicità, capacità nel fare salire la squadra e nello svariare e duttilità.
Filosofia di gioco: Pioli suole schierare la sua squadra con un 4-2-3-1 di facciata che pone l’accento sull’intensità e sull’aggressività. Due trequartisti su tre, al fine di proteggere i mediani e garantire densità in mezzo al campo, ripiegheranno con regolarità, mentre Gabbiadini si improdigherà nel lavoro sporco atto a favorire le doti di Alberto Gilardino. Abbassandosi Koné, il modulo si trasformerà presto in un 4-3-1-2. Il Bologna inizierà la gara con un assetto tattico prudente, ma con il passare dei minuti, non rinuncerà a giocarsela. Gli esterni di difesa saliranno con continuità; ispirato da Diamanti, Koné tenterà a più non posso l’incursione nella nostra area. In ogni caso, pur affrontandoci a viso aperto e cercando di alzare il ritmo il più possibile, quasi tutti gli effettivi della compagine bolognese si dedicheranno alla fase di recupero palla.
Lacune: al centro della difesa, figurano Antonsson e Portanova, forti fisicamente ma ingenui dal punto di vista tattico e del senso della posizione. I terzini spingono, ma non si distinguono per incisività ed efficacia nella fase di contenimento. A centrocampo, nessuno dei tre potenziali interditori è in possesso del senso del gioco. Ecco allora che i mediani, prima o dopo, si alzeranno e lasceranno scoperta la retroguardia. Ecco allora che, con il trascorrere dei minuti, ci concederanno varchi da sfruttare. Gilardino, se tenuto sotto controllo con aggressività e attenzione, non costituirà un problema. Un altro punto debole della compagine di Pioli è il portiere, Agliardi, che spesso incappa in errori evitabili.
Come batterli: sarà d’obbligo presentare il 4-3-3 di movimento. Sfruttando l’indisciplina tattica dei mediani del Bologna, i nostri interditori dovranno aggiudicarsi lo scontro in mezzo al campo. E’ lì che si deciderà l’incontro. Allegri sarà chiamato a sostituire l’infortunato Ambrosini con Bakayé Traoré, che è l’unico centrocampista a disposizione in grado di fungere da vertice basso, Montolivo e Nocerino andranno invece impiegati in qualità di interni. I nostri centrocampisti, per garantire solidità ed evitare che i terzini soffrano gli uno contro uno, dovranno partire bloccati e aggredire il portatore di palla del Bologna sulla trequarti. Anche gli esterni d’attacco, per motivi di equilibrio e al fine di godere un raggio d’azione più ampio in occasione delle azioni di rimessa, avranno il compito di cimentarsi nella fase di non possesso. Così facendo, senza ombra di dubbio, si creeranno gli spazi e i presupposti per vincere. Determinazione e concretezza permettendo…