“Non so se ha ancora senso giocare in Italia, ne parlerò con il mio procuratore e vedremo“. “Ho potuto sentire i primi versi da scimmia dopo cinque minuti – racconta – all’inizio non ho pensato nulla ma poi si sono ripetuti e sono andato dall’arbitro avvertendolo che se fossero proseguiti avrei lasciato il campo. Ha provato a calmarmi ma quando sono ricominciati i cori, allora ho pensato ‘adesso basta, non continuerò a giocare“.
Per Boateng “è facile chiudere un occhio, agire è piu’ difficile, ma avrei fatto la stessa cosa anche se fosse stata una partita di Champions contro il Real Madrid e lo farò sempre. Ero arrabbiato, triste, scioccato, il fatto che cose come queste accadano ancora nel 2013 è una disgrazia, non solo per l’Italia ma per il calcio nel mondo. Volevo mandare un segnale forte perché cose del genere non possono esistere, dobbiamo aprire gli occhi. Quando è troppo, è troppo, il razzismo non ha posto nel calcio“.
This post was last modified on 6 Gennaio 2013 - 11:42