“Meglio Cavani o El Shaarawy? Io sono ormai legato ad El Shaarawy, quindi dico lui, ma Cavani è un grande giocatore, e potrà portare il Napoli a diventare una grande protagonista del calcio italiano”.
Il Cavaliere ha ribadito come la decisione di rientrare in politica abbia influito anche sulla squadra rossonera: “Nei mesi scorsi non avevo alcuna intenzione di tornare sulla scena politica anche se volevo affiancare, da padre fondatore, lo sviluppo della mia formazione politica. Avevo in animo di dedicarmi ad altri progetti, all’Università della Libertà, alla Fondazione Luigi Berlusconi per la costruzione di ospedali per bambini nel mondo e volevo anche dedicarmi da vicino al mio Milan. Avevo pensato di dedicarmi al Milan, dal momento che negli ultimi 19 anni ho lavorato molto e non mi sono divertito molto. In ogni caso, negli ultimi 26 anni ho portato il mio Milan ad essere il Club più titolato al mondo e io sono il presidente che, sulla scena internazionale, ha vinto più di tutti, tanto è vero che il grande Santiago Bernabeu, in tema di trofei internazionali, ne ha vinti la metà di me. Sono sempre disponibile per le “convocazioni” prima delle partite, anche perché credo di poter portare molte motivazioni ai calciatori“.
Ai microfoni di TgCom24, invece, per l’ennesima volta il Presidente ha chiuso la porta in faccia a Mario Balotelli, non escludendo tuttavia la possibilità di nuovi arrivi per gennaio: “Le confesso che il nome di Balotelli non è mai entrato nei miei pensieri. Stiamo occupandoci di tanti giovani, abbiamo circa 100 giovani sotto attenzione, abbiamo deciso di non procedere ad acquisti di top player al di là dei 21 anni. I tifosi devono seguire la squadra sempre con grande passione e attaccamento, ma devono aspettare 2-3 anni perche’ il Milan, dopo 26 anni di successi, torni grande”.
Infine, una battuta per replicare alle dichiarazioni del Presidente della FIFA Blatter: “Sono dell’avviso opposto, anzi ho ringraziato e fatto i complimenti ai miei giocatori per la decisione assunta. Questo fatto incivile e’ una cosa a cui mettere fine, un Paese civile non puo’ permettere che succedano queste cose. Le squadre in campo devono rappresentare un esempio di civiltà e la funzione educativa del calcio non puo’ essere sottostimata, ma dentro il calcio non c’è solo il comportamento del calciatori ma anche del pubblico e quindi bisogna evitare di dare un’immagine dell’Italia negativa”.
This post was last modified on 7 Gennaio 2013 - 20:10