Balo+Kakà, freschezza ed esperienza per tornare a vincere! Ma non finisce qui…

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Dopo mesi e mesi in cui sono stato l’unico a sostenere l’arrivo di Marione in rossonero adesso lascio parlare e scrivere gli altri. Tutti professionisti del “non sbilanciarsi”, tutti specialisti nel “salto sul carro”, lo sport più popolare del nostro paese. Io l’ho sempre voluto e sostenuto. Ho sempre ammirato le qualità del Balotelli calciatore, fuoriclasse assoluto, fin da quando aveva 15 anni e andavo a “spiarlo” di nascosto a Interello, dietro casa mia. Anni fa il mio ex collega e amico Luca Cattani, attualmente dirigente del Palermo, mi disse: “Se vuoi vederti un baby fenomeno fai due passi fuori da casa tua e vai in via Brusuglio a vedere quel ragazzo di colore che gioca negli Allievi dell’Inter“. Raccolsi l’invito e con occhiali scuri e berretto mi avventurai nel “nemico” centro nerazzurro. Che poi per me “nemico” non è mai stato visto che proprio lì, in quella che un tempo era la Lombardina cominciai a tirare i miei primi, modesti, calci al pallone. Rimasi incantanto da quello che allora era “Marietto” e iniziai a sognare di vederlo al Milan. Immaginatevi dopo la sua “rottura” con il mondo interista, lui che con la sua “balotellata” ha guastato la festa di quella vittoria sul Barça. Immaginatevi dopo la sua dichiarazione d’amore rossonero.

Mario ha sempre vissuto Manchester come una tappa intermedia tra l’Inter e il Milan, un passaggio inevitabile, perché mai e poi mai Moratti ci avrebbe ceduto il suo prediletto. Eh sí perché, anche se lui non lo ammette, sta soffrendo tanto. Forse più che per Ronaldo e Ibra… Pensate se Marione dovesse segnare tra meno di un mese nel derby…

È di quasi tre anni fa l’accordo tra Mino Raiola e l’Imperatore del mercato. Ai tempi di Ibra. Primavera (infausta) 2010. L’idea del diabolico agente era: “Prima vi porto lo svedese e poi Mario“. Persona fidatissima ai tempi mi disse: “Nel giro di due anni Balotelli sarà del Milan“. Eppure Mario aveva appena firmato col City. Io mi fidai e cominciai a lavorare sull’ipotesi che all’epoca era tutto fuorché concreta. Ma avevo una certezza: l’amore di Galliani per Balotelli e la ferma intenzione di Raiola di portarlo in rossonero. Per questo in questi anni più volte mi sono sbilanciato su Marione.

E adesso, un anno dopo, posso anche dire che forse è valsa la pena aver rinunciato a Tevez. Se fosse arrivato Carlitos probabilmente adesso non avremmo preso Balotelli. È vero, magari avremmo uno scudetto in più, ma in prospettiva quanto può farci vincere SuperMario che insieme a El Shaarawy e Saponara è destinato a comporre il tridente del Milan e della Nazionale dei prossimi 10 anni.

Ora è fatta davvero. E ce lo possiamo godere. Ma sí, possono goderselo anche quelli che dubitavano, quelli che hanno abboccato come tonni ai depistaggi di Galliani e soprattutto Berlusconi. Quante volte vi ho detto che la mela marcia” del 7 gennaio equivaleva alla “vita non da atleta” di Ronaldinho nel 2008 o allo “spacca spogliatoio” di Ibra del 2010. Poi sono arrivati entrambi, come sta arrivando Balotelli. Perchè il presidente dice quelle cose nell’interesse del suo Milan e delle indicazioni che gli dá Galliani. Cerchiamo di capirlo una volta per tutte. Cosi come cerchiamo di capire perché abbiamo venduto tutti quest’estate e di condividere il progetto di costruire la squadra più forte non di quest’anno, ma dei prossimi 10. Cerchiamo di essere davvero “evoluti” ed evitare ogni volta le contestazioni da squadra di provincia, per poi rimangiarci sempre tutto. Quando capiamo, ogni volta, di avere la società più lungimirante di tutte. E invece no, ogni estate siamo lì pronti a contestare, a pestare i piedi come i bambini. Quasi invidiosi di chi poi compra Rocchi e Anelka, mentre noi prendiamo Balotelli e Kaká…

Eh sí perchè anche l’altra profezia di vecchia data si sta avverando. Qui non è un fatto di progettualità, ma soprattutto di cuore. Perchè il Milan è anche e soprattutto questo. A differenza di tutti gli altri. E sono sicuro che Ricky, col cuore si è ridotto l’ingaggio (cosa che quasi nessuno fa davvero) e col cuore saprà rendersi importantissimo per la “sua” squadra. Come ripete da quest’estate sarà il nostro capitano.

In chiusura è doveroso un ringraziamento al Mister che adesso dovrà incastonare questi due diamanti in un meccanismo che sta trovando equilibrio ed efficacia. Da dieci partite siamo la squadra nettamente prima in campionato e il merito va dato a lui, lui che quasi tutti volevano cacciare. Ci servirà anche questo di lezione? Anche a chi guardava con ammirazione a Stramaccioni… Tre punti di vantaggio ancora per poco…

Adesso prepariamoci a vivere questa settimana dalle emozioni fortissime e dal godimento infinito. Con due avvertenze: la prima è che il mercato non si fermerà a Kakà e Balotelli, ma più di uno partirà e qualcun altro arriverà (un centrocampista). La seconda è che Milan-Udinese non dovrà essere una partita-esibizione dei nuovi acquisti, ma bisogna continuare a vincere. Stavolta almeno ci sarà San Siro pieno alla vecchia maniera. Era ora…

Twitter: @ruiu19

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