Un altro campione abbandona il calcio che conta preferendo montagne di soldi alla fama e alla gloria. Nené del Paris Saint Germain ha firmato per l’Al Gharafa, la squadra della città di Doha nel Qatar. Il brasiliano non riuscì a trovare una sistemazione adeguata che lo convincesse a lasciare il club transalpino sin dall’arrivo a Parigi di Zlatan Ibrahimovic ad agosto. Il Milan fu una delle squadre che si fece avanti per acquistare il calciatore francese: il PSG e il calciatore risposero picche, rifiutarono qualsiasi offerta, non solo quella rossonera. Si pensò che Nené cercasse una soluzione che gli garantisse di giocare con continuità e gli permettesse di dimostrare le sue doti nel calcio che conta. Invece non era così. Cercava semplicemente una squadra che lo ricoprisse di soldi.
Nel 2011 fece scalpore il passaggio di Samuel Eto’o dall’Inter all’Anzi in Russia. Il camerunense preferì una piccola e gelida città del Daghestan a Milano, una realtà diversa rispetto al capoluogo lombardo. Preferì i soldi, per l’esattezza 65 milioni di euro in tre anni, e rifiutò di rimanere all’Inter che gli garantiva comunque uno stipendio a sei zeri. Un altro calciatore che ha seguito l’esempio di Eto’o è Didier Drogba che ha preferito gli Yen alla gloria. Svincolato dal Chelsea si è accasato in Cina allo Shanghai Shenhua rifiutando le proposte giunte da tutta l’Europa. L’ivoriano ha firmato un contratto di 2 anni e mezzo per una cifra totale di 30 milioni di euro. Anche in questo caso Drogba non mendicava e non viveva di certo in mezzo alla strada.
Scelte più o meno condivisibili, ma quello che rimane da pensare ai tifosi è semplice: alcuni calciatori non sono altro che dei mercenari al servizio del migliore offerente; dov’è finito l’attaccamento alla maglia? Dove sono i calciatori che aderiscono a progetti ambiziosi e sfidanti? In momenti come questi ci si domanda sempre cosa avremmo fatto noi al posto dei calciatori sopra citati. Avremmo lasciato il nostro posto di lavoro? Avremmo cambiato vita? Avremmo preferito i soldi al successo? Forse posso immaginarmi le risposte: ma credo che il salario e il tenore di vita di un italiano medio non si avvicinino minimamente a quelli di un calciatore del livello di Nenè, Eto’o o Drogba. Si parla di cifre inimmaginabili, sicuramente non paragonabili allo stipendio medio di un modesto lavoratore. Non sono gli unici giocatori che hanno fatto questo tipo di scelta, sono stati presi solo come rappresentanti di una categoria, sono solo gli ultimi di una lunga serie.
Nenè ha firmato un contratto triennale (6 mesi più 2 stagioni) da 4,5 milioni di euro all’anno. Adesso è chiaro perché ha rifiutato squadre prestigiose come il Milan e il Santos, squadre che gli avrebbero permesso di mettersi luce per guadagnarsi un posto al Mondiale in Brasile. E’ sempre solo stata una questione di soldi. Uno schiaffo alla crisi e alla povertà.