Terra chiama “Pianeta Milan”

D. Mariani – Vicedirettore SpazioMilan.it

Nei panni di un professore intransigente al Milan del 2012 darei un 4 perentorio, se fossi un insegnante novello 4,5 sulla fiducia, nel caso mi avvicinassi ad essere un “amico” degli alunni un 5 di incoraggiamento. Comunque un’insufficienza, piena e meritata.

Il bilancio dell’anno che sta per finire (e menomale) è stato troppo nero e quasi mai rosso, se non per l’imbarazzo. Un 2012 che NON deve essere dimenticato. Berlusconi ci ha insegnato che il suo carisma è lo stesso di quello del 1986, ma la passione per il calcio si è trasformata in un lusso da respirare solo quando “consentito” (sicuramente apprezzerà l’espressione), cioè quasi mai: il Presidente del Milan non può stare lontano da Milanello per un anno intero! Galliani ci ha sempre messo la faccia, è stato costretto ad assumersi colpe anche non sue, prendendo giocatori normali e presentandoli come star strappate alla concorrenza. Ma ha fatto anche di peggio, mirando lo scudetto come obiettivo finale della stagione, quando anche solo arrivare in Europa sarebbe miracoloso. Allegri è l’attuale allenatore rossonero e si potrebbe dire “clamoroso” dopo i tanti errori commessi e le troppe perplessità sul suo esonero o meno. Adesso sappiamo che nel 2011 aveva chiesto a Maldini (un fiume in piena nell’intervista a Repubblica.it) una mano per farsi sentire con i senatori e punendolo in caso di errori di gestione dello spogliatoio: voleva il supplente. Cose dell’altro mondo.

Ma il ricordo che non andrà mai via dalla testa di qualsiasi tifoso rossonero è il mercato, senza chiarezza e con poca programmazione, che ha sancito l’addio di due campioni e 5 (campioni) senatori: quasi una squadra intera, di sicuro l’anima del Milan. La carta d’identità parla chiaro, ma lasciati andare, quasi con fastidio, è stato un errore imperdonabile. Un vuoto che il nuovo e giovane Milan ha sentito pesante sulle spalle e che lo ha fatto ripetutamente cadere. E’ diventato il Milan di El Shaarawy, sostenuto da De Sciglio, migliorato da Montolivo e difeso sempre più a fatica da capitan Ambrosini. Qualche sorriso c’è e deve bastare per riscaldare il nostro cuore perché, sono sicuro, uno dei primi pensieri (positivi) che vi verranno in mente allo scoccare della mezzanotte di Capodanno sarà il “nostro” Milan.

Il 2012 ci ha visti venire eliminati in Champions con il Barcellona senza sfigurare, abbandonare la Coppa Italia in semifinale con rammarico, perdere uno scudetto già vinto, passare il girone di Champions 2012-2013 con affanno e fortuna, essere al settimo posto in campionato a -5 dalla sesta e a -17 dalla prima in classifica, pur rimanendo aggrappati alla TIM CUP. Auspicando in una società viva, con a cuore il bene del Milan, rinnoviamo (ancora) la nostra pazienza aspettando insieme il Milan del futuro.

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